Ridha Ibrahim. Pixel in musica

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Ridha Ibrahim

Nell’immenso mondo virtuale di Second Life ogni giorno si può assistere a decine di concerti live trasmessi in streaming da tutto il pianeta. Cantanti e musicisti dialogano con il pubblico di avatar e mentre suonano gli avatar ballano. Tra i milioni di utenti che utilizzano la piattaforma non ce n’è uno che non sia mai andato ad ascoltare un concerto dal vivo, tuttavia è frequente non conoscere tutti i musicisti che si esibiscono sui palcoscenici virtuali.
Ridha Ibrahim l’ho ascoltato per la prima volta una sera, cinque anni fa, e la sensazione è stata di trovarmi realmente sotto il palco a cospetto del musicista reale anziché del suo avatar. Ridha ha una forza comunicativa straordinaria, canta e dialoga con il pubblico in quattro lingue. Dal suo tono trapela una vitalità contagiosa che riesce a metterti di buon umore in una manciata di secondi e la sua musica non fa ballare solo l’avatar ma anche chi lo ascolta in cuffia davanti a un monitor. Il suo carisma buca lo schermo e lo senti subito amico, come se lo conoscessi da sempre.

Da quattordici anni Ridha è cittadino italiano. Sposato con una donna italiana, dopo il primo anno di convivenza in Tunisia vive con lei a Bergamo, città da cui ha catturato una lieve inflessione dialettale nella sua ottima dizione italiana. Gli abbiamo chiesto come ha iniziato i suoi concerti nel mondo virtuale.
“Nel 2007 la tecnologia dei mondi virtuali non era sviluppata come oggi”, esordisce Rida. “Ma leggendo un articolo che parlava del processo di audio-streamig e della multimedialità accessibile sono subito entrato in Second Life e il terzo giorno ho fatto il primo concerto di una lunga serie tramite la quale ho intrecciato amicizie straordinarie con persone provenienti da ogni parte del mondo. Ho lavorato molto sulla comunicazione di energie, sullo scambio di idee e ancora oggi mi stupisco di come una cosa nata giocando sia diventata una consuetudine. Ogni volta è un evento, se pensiamo che attraverso dei pixel riesci a trasmettere emozioni che vanno assai oltre lo schermo. Fin dall’inizio ho creato il “muro multiculturale“, un muretto di tre pixel sul quale dopo ogni concerto tutti si siedono con i loro avatar e si chiacchiera per ore ed ore”, continua Ridha. “Io traduco per tutti ed è eccezionale che tante persone da tutto il mondo possano discutere tra loro in tempo reale condividendo uno stesso luogo”.

Girando per tutto il mondo reale con il tour musicale e il video di sign language “Kan Ya Makan” negli USA, che gli ha procurato la nomination in due categorie agli Awards di Detroit, Ridha ha incontrato spesso dal vivo persone conosciute in Second Life e grazie alla sua sincerità, confessa, ha “mangiato la fetta di torta più buona” che il metaverso potesse offrirgli.
“C’è un feeling naturale che nasce dalla musica”, sottolinea Ridha Ibrahim “la musica è il filo conduttore, ma anche se tra noi c’è uno schermo, per tutti è come stare davanti a un palco reale. Una volta una persona con un grave handicap, costretta su una sedia a rotelle, mi ha confidato che durante i miei concerti riusciva a ballare. Per me è stata una grande emozione, perchè se l’energia mentale e umana che si comunica tramite pixel riesce ad arrivare oltre lo schermo, superando la virtualità, lo scopo è raggiunto“.

Nella musica di Ridha echeggiano i suoni della sua terra madre, magistralmente attualizzati da arrangiamenti contemporanei. Nei suoi brani c’è sempre un messaggio di pace, di amore che proviene dalla sua terra, ma che comunica soprattutto un’idea di autentica libertà.
“Sono nato alla Medina di Tunisi e sono musulmano anche se non pratico la mia religione al cento per cento”, ci spiega Ridha. “Sono convinto che il Creatore sia un’unica entità per tutti e non ha importanza come lo chiamiamo. Mia moglie è cristiana ma il nostro reciproco credo è una cosa intima che non può essere imposta o obbligata all’altro. Inoltre penso che nessuna religione imponga la violenza e il sangue. Dietro ciò che sta accadendo in Europa, ma anche nella mia terra dove non permettono che una giovane democrazia possa sbocciare come esempio di rinascita, c’è qualche problema che supera la comprensione di noi semplici cittadini; situazioni di potere che vanno oltre le religioni, ma anche tanta stupidità che arriva al punto di distruggere tutto”.

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Ridha Ibrahim in concerto

Ridha Ibrahim proviene da studi classici e dichiara di credere nella filosofia, nell’arte, nella musica come uniche possibili vie per salvare il mondo.
“Solo la cultura ci aiuta ad evolverci, a capire”, afferma. “Parlare quattro lingue mi permette di verificare fonti e notizie all’origine, quando spesso i media abusano e condizionano al rifiuto dell’altro, e invece di aiutare a costruire l’accettazione inculcano la paura. Quando mi relaziono con gli altri penso nella lingua che si sta parlando in quel momento ed è diverso: un po’ come entrare nella testa dell’altro, nel suo ragionamento, nella sua cultura. In Tunisia è obbligatorio studiare le lingue, se non le sai parlare a scuola non passi”, ed esclama: “Peccato che il sistema scolastico italiano non abbia imposto anch’esso le lingue fin dalle elementari!”.
Come spesso accade dialogando con gli artisti, parlare con Ridha è assai piacevole. “Un artista ha altre angolazioni, vede oltre”, afferma. “Non c’è mai conflitto con gli artisti. Violenza e aggressività non esistono nel mio linguaggio ed essere d’accordo prima con me stesso che con gli altri fa parte di me. Sono convinto che il confronto con gli altri e la discussione educata aiutino a superare qualunque problema sia nel lavoro che nell’amore o nell’amicizia. Chi non ha capacità di comunicare rischia di più e la comunicazione non è solo parola ma anche uno sguardo, un gesto”.

Ridha è trasparente anche dietro il suo avatar che si chiama “Ridha Cooljoke” e che potete trovare in Second Life dove sta preparando un grande ritorno dopo un anno di assenza.
“Mi è tornata la voglia di rifare concerti nel Metaverso perchè la gente di tutto il mondo continua a rintracciarmi e a chiedermelo”, ci racconta. “Nel mondo virtuale mi sono comportato come sono realmente e questo a lungo andare paga. In fondo un avatar è un nugolo di pixel che ci serve per muoverci nel virtuale, ma lì dentro siamo quello che siamo. Mentire è inutile e anche dannoso per sé e per gli altri”.
Ha le idee chiare Ridha Ibrahim sul significato del mondo virtuale e non potrebbe essere diversamente per un artista che ha anche la passione per la fotografia e condivide ogni cosa che gli piace tramite degli scatti suggestivi.  

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Ridha Live Concert al MIC-Imagin@rium

“Si, fotografo tutto, anche quello che cucino”, ci rivela ridendo. “Mi piace tantissimo cucinare e sono un cultore del peperoncino. La cucina é un’arte, é composizione, armonia. Gli artisti in genere sanno cucinare bene perchè ci vuole un buon istinto oltre al gusto cromatico. Sto valutando la possibilità di fare una mostra fotografica appena trovo la giusta opportunità. In fondo la fotografia richiama la musica, non è estranea. Tramite una foto immagini la tua canzone che poi si concretizza e diventa parte della tua vita. C’è sempre un filo conduttore. Per tutto”.
Ed è proprio quel filo conduttore impercettibile che nasce dalla sua musica, dalla sua voce e dalle parole a stimolarci nel cucinare subito un gustoso cuscus con una montagna di harissa. Un “In-Canto mediterraneo”, come il concerto memorabile che Ridha ci regalò al MIC-Imagin@rium, l’isola dei Musei di Roma in Second Life, in diretta con la Centrale Montemartini. Un’esperienza indimenticabile.

Per approfondire la conoscenza di Ridha seguite i suoi link:

https://www.youtube.com/user/RIDHAMUSIC
http://ridhamusic.com/
https://www.reverbnation.com/ridha
https://www.facebook.com/RIDHAMUSIC-Ridha-Ibrahim–208666274597/
http://ridhamusic.blogspot.it/