Il duo ravennate, dallo spot per la cultura alla tournée in Panda.
di Michel Dessì
No. Non sono “semplici” interpreti, Francesca e Glauco. Sono molto, molto di più. Sono la musica stessa che cantano. L’anima di quelle parole, di quelle note che ti invadono mentre li ascolti rapito. Sono gli stregoni che ne governano la melodia.
Mi piace definirli così perché ancora ne sono incantato, e non me ne libero, di questa malia. Una misteriosa dolce catena. È un country blues, che propongono. Fatto di pochi mezzi, banjo, tastiera e chitarra, ai quali però si accompagnano la suadente voce di Francesca Amati, che affonda le arcane radici quasi nella notte del mondo, e lo spirito libero da ogni compiacimento di Glauco Salvo alla chitarra. I loro brani sono tutti cantati in inglese. “Non è una scelta di mercato – dice Francesca – canto in inglese perché riesco ad esprimermi meglio. Mi sento più libera. Senza catene.” Un duo sui generis. Inimitabili. I Comaneci. I due stregoni ravennati custodiscono in sé un potere magico. Soprannaturale.
Ti fanno sentire pervaso dalla loro musica, in ogni cellula del tuo corpo. Hai la certezza di essere tu stesso ciò che stai ascoltando. Sì, proprio così. Divinamente posseduto dalle note. Oltre ogni tecnica, oltre ogni teoria. Ogni singola nota diventa te. E, conquistandoti, si racconta. Quasi si confessa. Francesca scrive. E svela pagine di vita. La propria. O la tua. Si perde il confine, ascoltandoli, perché non è di commercio dei sentimenti e dell’arte che si parla, ma di dedizione totale, sentimentale. Come un amore. E da innamorato il pubblico si consegna ai Comaneci. E consegna i propri sogni appoggiandoli quasi ad un ala di farfalla. A quella stessa farfalla che fu la grande Nadia Comaneci. Ginnasta. Rumena. Campionessa assoluta, e bambina, dell’atletica mondiale. Come lei, il duo è tenace. Forte e caparbio. E si fa conoscere, di concerto in concerto, in tutta Italia e all’estero, dal Giappone all’Australia. A bordo di una panda a metano, col cofano porta pacchi pieno di strumenti, sogni, bravura. E non solo. Anche in video. È loro, infatti, il brano che fa da colonna sonora allo spot del 5×1000 alla cultura, prodotto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per sostenere il patrimonio artistico italiano.
In tournée con il loro ultimo lavoro auto prodotto “Uh!”. I loro progetti futuri? Continuare a suonare.











