INTERVISTA DI Claudio Gambaro SU CULTURAIDENTITA’
Ha collaborato come batterista con i più grandi nomi della musica italiana e internazionale, da Pino Daniele a Mina, fino a Quincy Jones e Chet Baker. Nel 1984 conquista le radio con Stop Bajon, seguito dall’album Passaggio a Oriente e dal successo al Festivalbar con Radio Africa. Nel 1988 esplode con Andamento lento, che lo consacra pop star e apre la strada alla raccolta Album con il brano sanremese E allora, e allora.
Negli anni ’80 hai inventato un sound vincente, che era quello della canzone italiana con ritmi africani, strizzando anche l’occhio alla disco dance. Le case discografiche ci hanno creduto e infatti hai scalato le classifiche. Com’è nato l’amore per la batteria?
Io ero con una major, la Emi, insieme a Pino Daniele. Sono stati degli anni d’oro, soprattutto gli anni ’80, poi è arrivata l’elettronica e si sono bloccate un po’ le idee, facevano fare tutta all’elettronica. Invece la musica vera, la batteria, quella vera, è tutta n’atra storia. Già mio padre suonava la batteria e il mio primo contratto da professionista fu con lo Swing Club di Torino.
Che ricordi hai di quegli anni con Pino Daniele?















