Pasolini che nessuno vi racconta: solo con CulturaIdentità

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Sono passati 50 anni da quel 2 novembre 1975 in cui il corpo freddo di Pier Paolo Pasolini massacrato di botte e investito da un’auto venne ritrovato sulla litorale di Ostia. Una fine brutale che ha privato l’Italia di un’intellettuale scomodo, ostinatamente contro, un inattuale di cui il paese aveva disperatamente bisogno.

Poeta, regista, scrittore, Pasolini ha incarnato l’anima inquieta del dopoguerra italiano, fatto di crescita economica inattesa, con tutti i suoi cambiamenti apparentemente progressivi. Cambiamenti di cui Pasolini aveva colto l’ombra, il lato oscuro, quel «mutamento antropologico» che avrebbe cambiato per sempre il volto della nazione italiana, recidendo le sue radici identitarie, rurali, ancestrali e proiettandola verso l’età dei consumi, della plastica, della superficialità, della globalizzazione. Lui, che amava così visceralmente le proprie origini friulane con i loro usi contadini e religiosi, vedeva quel mondo antico sgretolarsi davanti all’avanzata della modernità e ne denunciò la fine. LEGGI L’EDITORIALE SU CULTURAIDENTITA’

 

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Edoardo Sylos Labini (@edoardosyloslabini)

Ci sono pochi personaggi che a cinquant’anni dalla loro morte sono assolutamente attuali. Pier Paolo Pasolini è uno di questi, come cronaca e storia dei nostri giorni presenti ci racconta, quotidianamente. E come racconta il sessantesimo numero di CulturaIdentità, in edicola da martedì 30 settembre, con una bellissima copertina dell’artista Giuseppe Veneziano – intervistato da Emanuele Beluffi – e dedicata al grande poeta, regista e scrittore ucciso nella notte fra 1° e 2 novembre 1975. Pasolini raccontato da una prospettiva diversa: un intellettuale che seppe rappresentare tutte le contraddizioni dell’Italia del boom economico, anticipando di decenni quella necessità di difendere la nostra identità dalla globalizzazione. Uomo di sinistra, subì dal Partito Comunista l’umiliazione di essere espulso per lo scandalo del suo “vizio borghese”, l’omosessualità. Ma la sua figura, come scrive il direttore Edoardo Sylos Labini, era ciò di cui l’Italia aveva “disperatamente bisogno”. Preziosi gli approfondimenti sul rapporto di Pasolini con Pound e con Giovannino Guareschi a firma rispettivamente Leonardo Petrillo e Marco Ferrazzoli oltre agli interventi di Stefano Colucci e Davide Brullo.

Da non perdere poi l’intervista del direttore di CulturaIdentità al Generale più famoso d’Italia, Roberto Vannacci che racconta senza peli sulla lingua le sue battaglie in Italia e in Europa. Poi spazio all’imprenditore della sartoria Ugo Cilento, la cui maison produce cravatte da ben sette generazioni, e il sindacalista Biagio Ciccone, al vertice della UILP per la difesa dei diritti e delle potenzialità degli anziani.

E ancora, tre stupende Città Identitarie: Pietrasanta, candidata a Capitale dell’Arte Contemporanea 2027, Frosinone, col suo rinnovamento urbanistico e Castrocielo, l’antica Aquinum romana. Poi, a firma Alessandro Miani, la lezione di Milano 3, il quartiere di Basiglio col quale Silvio Berlusconi anticipò la “città verde” che oggi è al centro delle linee guida della Società Italiana Medici Ambientali (SIMA). Per la rubrica Artisti, a cura della Fondazione Effetto Arte, si va alla scoperta della pittrice Laura Alescio. CulturaIdentità è anche Spettacolo con una intensa intervista di Mirko Gancitano al volto Rai, Beppe Convertini che si appresta a debuttare come ballerino nella ventesima edizione di Ballando con Stelle condotto da Milly Carlucci.

CulturaIdentità è un bimestrale che esce in edicola al costo di 4 euro, ma potete ricevere comodamente la copia cartacea a casa insieme alla versione digitale nella propria mail abbonandovi a QUESTO LINK.

Se invece preferite solo la versione in pdf, potete abbonarvi a CulturaIdentità in digitale CLICCANDO QUI.

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