Pensavo di aver visto, sentito e imparato tutto riguardo all’amore. Da quello materno a quello passionale di una puttana lautrecchiana, innamorata del sogno di riscatto. Dall’amore fraterno, al caldo delle pareti di casa, a quello corposo fra commilitoni in battaglia. Fino a quello scomposto dentro ai cessi delle stazioni o nelle umide saune per bugiardi solitari e soli. Ma l’amore a mezzo nastrino, esposto fra le canzoni del festival della canzone piddina, no. Quello non lo conoscevo ancora. E, con me, qualche milione di italiani. Tutto ci saremmo potuti aspettare, compresa la gag ironica di qualche comico strapagato coi dollaroni del canone, ma il gran pavese di bandierine eque e solidali attorcigliate ai microfoni, ai polsi, alle dita dei cantanti, ci ha colti alla sprovvista. Come dire, al ridicolo non c’è mai fine. Io, infatti, sarei sprofondato per la vergogna, solamente a pensare di diventare pennone umano di banali bandiere da gaypride. E su! Prima la rasentavamo, ora ne siamo impastati di scempiaggine e ipocrisia.
Così vogliamo risolvere la nostra partecipazione ai “temi sociali”? Con un fiocchetto arcobaleno? O con una parolina buttata lì, fra il liso e il frusto, in una microintervista? Pessimo servizio alla causa. Pessimissimo, oserei azzardare. Sa tanto di “Mi piace” di feisbucchina abitudine. Un clic e via. Si partecipano così, ormai, auguri e condoglianze, dolori e gioie infinite. A Sanremo, lo stesso. Una treccia sciolta di nastrini da fioraia di sette colori, e il frocio è servito. Che pena! Sia gli artisti che i commentatori. Ma, soprattutto, che tristezza i ricchioncelli felici sui social. Che sono pronti a crocifiggere il prete come loro, ma battono le mani e zompettano sulle sedie quando scorgono un accenno di solidarietà alla causa gaya da parte del loro idolo canterino. Se, poi, alla pugna (che spesso non è così grande) partecipa anche l’attorello zigomato di fresco, Evviva! La guerra è vinta! Maddechè, commenterebbe il mio amichetto romano.
Bastasse questa ennesima trovata da bancarellari per convincere zia Maria che la nipote lesbica non è “difettosa”! Il problema è che zia Maria morirà convinta che, quella volta che sua sorella scivolò, incinta, per le scale, sicuramente “dentro” qualcosa accadde, e nacque per quel qualcosa la nipotina a cui non piacciono i maschi. Difettosa, appunto. Per cambiarla, questa mentalità disinformata, dovremmo, noi “difettosi” evitare provocazioni e processioni col culo di fuori. Dovremmo viverla, noi per primi, serenamente, la nostra omosessualità. Svegliarci, noi per primi, sinceri, sereni. Fare colazione sereni, andare a lavorare sereni, al cinema, a teatro, al mercato, a scuola, in caserma, in ospedale… Sempre sereni. Parlare con i nostri genitori, i nostri fratelli, gli amici. Perché non siamo né migliori, né peggiori degli altri. Siamo come. Quando lo avremo capito noi, noi per primi, sarà tempo di famiglia. Ora, no. Troppi carri e poca umiltà. Troppo fard. Troppe paillettes. Troppe bugie. Troppo astio. Quasi odio. E silenzi assordanti fra le mura di casa. Mentre fuori è tutto un nastrino. Cretino.













Io non condivido alcuni apprezzamenti decisamente volgari contenuti nell’articolo, dei quali l’estensore poteva sicuramente fare a meno. Condivido appieno la critica sulla buffonata degli artisti e dei loro ridicoli nastrini, ma tant’è, anche questa è Italia, purtroppo, ma questi pseudo artisti inutili e dannosi per la nostra musica non hanno altra possibilità di farsi notare se non per queste sceneggiate da baraccone. Il Festival di Sanremo andrebbe abolito per decreto vista la sua inutilità per la promozione della musica italiana, costellato com’è di canzoni orrende , e di cantanti desueti o falliti.
Caro Spirlì ,il nastrino llgt non è di 7 ma di 6 colori: giusto per spregio al nostro Dio e per scimmiottare la Sua alleanza con l’uomo.
Che pena vedere “artisti” navigati e grinzi sentirsi obbligati a sfarfallare quel simbolo ridicolo: uomini persi.
Mi piacerebbe sapere se Renzi e C. non fossero sottomessi ciecamente all’Europa,Cirinnà con tutte le sue scemenze,esisterebbe???Una cosa è certa!!Al Festival non ci sarebbe stato nessun Arcobaleno!!!!
ma basta con ste polemiche non si puo’ più guardare un programma tv in santa pace.. o veder un telegiornale!!! BASTA BASTA CHE ROTTURA DI COGLIONI!!! quando uno non fa del male altrui faccia cio che gli pare io vivo e lascio vivere senza pestare i piedi a nessuno e non voglio che nessuno li pesti a me… il concetto e’ BENCHIARO! gay etero mezzi gay ma che me frega ma che palleeeee BASTAAAA non se ne puo’ piu’ ci si occupi di problemi piu’ seri che siamo come dice una canzone del buon zucchero nella mmerda!.
Ottimo articolo
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