“Humus Generazionali” a confronto con Michelangelo Antonioni

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Pietro Battoni, Francesca De Mai, Enrica Fico Antonioni, Matteo Pacini, Silvana Fico

La mostra “Humus Generazionali” a cura di Matteo Pacini, al SALON DE MAI di Trevi fino all’8 dicembre, racchiude simbolicamente e concettualmente il significato profondo di ogni termine che la compone: il legame con la terra e la diversità degli elementi naturali si riflettono nelle opere esposte, accomunate da un forte richiamo al suolo e al sottobosco.

L’esposizione esplora la connessione tra artisti di diverse generazioni, ognuno dei quali è radicato in un substrato culturale e familiare comune, ricco di influenze, che trae origine dalla figura ispiratrice di Michelangelo Antonioni. La sua presenza ha arricchito e influenzato le espressioni artistiche di chi ha condiviso con lui spazi e affinità intellettuali.

Michelangelo Antonioni, Cornucopia

L’omaggio a Michelangelo Antonioni, figura centrale per la famiglia e i circoli artistici che gravitavano intorno a lui, si manifesta attraverso un’opera simbolica come Cornucopia. Nella cultura classica, la cornucopia simboleggia la prosperità e i doni della natura; qui, Antonioni la interpreta in chiave astratta, con colori vividi che incarnano la sua sensibilità pittorica influenzata dall’amore per la natura e l’arte, passione ispirata anche dal contatto con artisti come Mark Rothko.

Attorno a quest’opera ruotano i lavori di artisti vicini ad Antonioni e al suo universo creativo. Enrica Fico, alias Eureka e compagna dell’artista, espone composizioni a metà tra pittura e collage vegetale, arricchite da materiali naturali raccolti nei boschi attorno alla loro casa di Trevi. Queste opere rappresentano mondi interiori trasfigurati, evocando paesaggi immaginari, densi di memorie.

Anche Pietro Battoni, amico di lunga data della coppia, contribuisce alla mostra con tele di grandi dimensioni come Rami e foglie, dove il gioco tra colore e forma crea un’astrazione densa di riferimenti culturali e storici. Il suo linguaggio visivo si arricchisce di rimandi a temi classici e moderni, oscillando tra antiche pitture rupestri e riferimenti a maestri come Giotto, Tiziano e Burri.

Infine, la giovane fotografa Silvana Fico, nipote di Enrica e Michelangelo, esplora con il progetto Erebografia la potenzialità della fotografia di trasformarsi in una narrazione intima degli elementi naturali. Manipolando digitalmente i suoi scatti, conferisce a ciascun soggetto una connotazione pittorica che sembra evocare ritratti delle stesse essenze naturali, superando il realismo per cogliere la “personalità” intrinseca dei luoghi.

Allestita in un ritrovato spazio nel centro di Trevi, la mostra si propone come un dialogo tra generazioni che si espande sul tema del paesaggio interiore e delle connessioni intime tra natura e arte. Come afferma Francesca De Mai, l’artista che ha trasformato questo luogo nel proprio atelier, “Il Salon è uno spazio sospeso… un luogo di pura potenzialità, in cui la costruzione e la demolizione si fondono in una ricerca creativa continua”. Questo concetto si traduce in un ambiente che incoraggia il visitatore a esplorare liberamente e a entrare nel processo creativo, tra il “fare” e il “disfare”.

“Humus Generazionali” diventa così una celebrazione della continuità artistica e dell’influenza intergenerazionale che attraversa tempi, spazi e sensibilità, unendo passato e presente in un dialogo ricco e fecondo.