Dal 6 al 26 novembre 2024, lo Spazio Eventi del Palazzo Pirelli di Milano ospita “Realtà e Desideri”, una mostra che raccoglie l’opera dell’artista Amato Patriarca, celebre per la sua capacità di trasformare oggetti e scene del quotidiano in simboli profondi attraverso la lente della Pop Art.
L’esposizione, a cura di Sergio Gaddi e Angelo Crespi, propone un viaggio tra 70 acrilici su tela e sei sculture – quattro in acciaio inox e due in vetro di Murano – che offrono uno spunto per riflettere sul significato della realtà contemporanea e sull’incessante fluire del tempo. Le opere di Patriarca, benché appariscenti e colorate, vanno oltre l’estetica pop e conducono lo spettatore verso un’indagine esistenziale, sospesa tra ironia e introspezione.
Come sottolinea Angelo Crespi nella sua presentazione (in catalogo) “E non importa poi che la sua cifra sia quella di una pittura pop, appresa fin dagli albori della carriera, dove il colore puro e squillante predomina sulla linea; ciò non basta a toglierci dalla mente che il suo sia un esistenzialismo mascherato, che in lui resista l’insegnamento cezanniano di non dipingere ciò che pensiamo di vedere, ma più modestamente ciò che vediamo. E dunque nessuna epica, nessuna retorica, nessuna posa, neppure il clangore del colore esibito, semmai lo svolgersi delle cose, l’apparire di esse mentre vediamo e viviamo”.
Questo approccio alla poetica del quotidiano diventa una vera e propria estetica, in cui i colori vivaci della Pop Art mascherano un animo intriso di consapevolezza esistenziale. Sergio Gaddi, autore di un altro contributo critico presente in catalogo, scrive che “il suo lavoro è intriso della suggestione del tempo, un dubbio moderno costretto a confrontarsi con il paradosso dell’infinito e dell’eternità“: atriarca immortala piazze, spiagge e momenti intimi in un tempo sospeso, dove l’ordinario si eleva a narrazione poetica. Dettagli apparentemente insignificanti si caricano di senso, rivelando una meditazione sulla precarietà della vita.
Amato Patriarca si distingue per un linguaggio visivo che affonda le radici nella tradizione della Pop Art, senza però limitarsi a una semplice riproduzione dei simboli della cultura di massa. I colori accesi e le composizioni riconoscibili si fanno portatori di significati più profondi, suggerendo un’ironia che non è mai fine a se stessa, ma è piuttosto uno strumento per svelare le complessità dell’esistenza.
Le opere in mostra rivelano un dialogo tra realtà e desideri, tra la concretezza del presente e l’aspirazione a qualcosa di più grande e indefinito. La presenza delle sculture, realizzate in materiali preziosi come l’acciaio inox e il vetro di Murano, arricchisce l’esperienza espositiva, aggiungendo una dimensione tangibile alla riflessione artistica di Patriarca.
Un catalogo curato da Regione Lombardia accompagna l’esposizione, con testi critici di Sergio Gaddi e Angelo Crespi. Una tappa imperdibile per chi cerca di cogliere il sottile equilibrio tra estetica e profondità.