Da Ruggeri a Insegno con Anna Falchi e tanti altri: liberiamo la Cultura!

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Il 20 settembre si è svolto a Roma, al Teatro Sala Umberto, il convegno “Liberare la Cultura, per un nuovo immaginario italiano” condotto da Edoardo Sylos Labini direttore di CulturaIdentità e dalla direttrice de Il Giornale off, Raffaella Salamina, per diffondere l‘Appello “dei costruttori della bellezza” al prossimo Governo, pubblicato su CulturaIdentità in questi giorni, per una valorizzazione del settore artistico, capace di andare oltre le divisioni e i settarismi dei colori politici al fine di realizzare una cultura finalmente libera.

Un evento che ha visto la partecipazione di artisti, intellettuali, presidenti di associazioni e professionisti del settore, presenti in sala, come Enrico Ruggeri, Tony Renis, Agostino Saccà, Anna Falchi, Alma Manera, Pino Insegno, il vice direttore di Rai Uno Angelo Mellone, di Rai Due Piero Corsini e il direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano, che hanno accolto con entusiasmo l’appello per una cultura nazionale, libera dai pregiudizi della politica e dai dogmatismi. Personaggi che si sono riuniti in questo evento per promuovere “la difesa dell’industria culturale italiana, perché” come ha sostenuto Giampaolo Rossi nel suo intervento, “attorno ad essa c’è la difesa della Nazione. Abbiamo bisogno di un nuovo, grande immaginario italiano, per questo abbiamo bisogno di un’industria culturale forte” in quanto la valorizzazione della bellezza passa per la formazione di un “nuovo immaginario nazionale” di cui gli artisti e i professionisti del settore saranno i veri protagonisti.

Tra i presenti sono intervenuti sul palco del teatro Sala Umberto Federico Mollicone, Pierluigi Biondi, Giampaolo Rossi, Achille Minerva, Marco Capria, Francesco Giubilei, Federico Carli, Agostino Saccà, Marcello Foti, Enrico Ruggeri, Francesca Barbi Marinetti, Alessandro Longobardi e Vincenzo Zingaro, che hanno descritto e commentato le cinque parole chiave del manifesto: Immaginario, Bellezza, Innovazione, Comunità, Sussidiarietà.

Interventi che hanno ribadito la necessità di un panorama artistico libero dai pregiudizi della politica, capace di creare una “cultura che deve tornare ad essere spettacolare e non ideologica”, come ha sottolineato l’ex cantante dei Decibel, basandosi su una visione che dica “sì al pluralismo ma sì anche alla formazione” in quanto, come ha dichiarato Alessandro Giuli, “nel settore culturale ci vogliono meno Generali e più Ufficiali che rappresentino concretamente quella visione di rinascita che chiediamo da questo palco”. Proposte che hanno rimarcato la volontà di perforare la “Cappa” del politicamente corretto e della censura ideologica, come ha rimarcato il doppiatore Luca Violini leggendo il testo omonimo di Marcello Veneziani, con l’auspicio di veder accolte queste istanze dal prossimo governo per far “ritornare la cultura ad essere il manifesto dell’italianità nel mondo”, come ha sottolineato il presidente Labini durante l’evento.