Sito di Pompei candidato a un Premio internazionale tra i più prestigiosi a livello mondiale

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La stanza degli schiavi situata nella villa suburbana Civita Giuliana nel popolato suburbia dell’antica città di Pompei, venuta alla luce alla fine del 2021, è candidata alla vittoria dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2022, il Premio dedicato al direttore del museo di Palmira barbaramente assassinato dalle truppe dell’Isis nel 2015 per aver difeso il sito siriano dalla distruzione. Per l’eccezionale ritrovamento, la stanza degli schiavi è l’unico sito italiano selezionato e candidato al Premio. A Pompei il rinvenimento è avvenuto non lontano dal portico dove all’inizio del 2021 fu scoperto un carro cerimoniale attualmente oggetto di interventi di consolidamento e restauro e dal ritrovamento due mesi fa di due corpi pressoché integri di due uomini, un quarantenne avvolto nel suo caldi mantello di lana arricciato sul ventre e del suo schiavo, che cercavano di mettersi in salvo quella mattina di quel fatidico 25 ottobre del 79 d.C.,in base alla recente datazione.

Il Premio, promosso dalla Borsa mediterranea del turismo archeologico (Bmta) e da Archeo, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che “con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio”, affermano il direttore della Bmta, Ugo Picarelli, e di Archeo, Andreas Steiner. Uno “Special Award” sarà inoltre attribuito alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel fino al 30 settembre sulla pagina Facebook della Bmta, l’evento fieristico, unico nel suo genere al mondo, che si terrà a Paestum dal 27 al 30 ottobre.

La scoperta della stanza degli schiavi, considerata la più sensazionale rivelazione effettuata nel corso del 2021 per gli oggetti e gli elementi organici ritrovati, ha permesso di riportare alla luce una stanza angusta di 16 metri quadrati contenente tre letti fatti di corde e legno che riportano ancora i segni delle stuoie che li ricoprivano, accanto il vaso da notte, come riposto poco prima dell’eruzione del 79 d.C. Si tratta di un ambiente praticamente intatto, una “scoperta eccezionale perché la storia restituisce i particolari della vita dei più umili, così poco conosciuta” commentava nel novembre scorso il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. Accanto ai giacigli degli schiavi i resti degli strumenti di lavoro, il timone di un carro, i finimenti dei cavalli e grande anfore. La stanza era dunque probabilmente un dormitorio per un gruppo di schiavi illuminato dalla luce del giorno da una piccola finestra in alto, ma è possibile che fosse una piccola famiglia vista la presenza della brandina a misura di bambino. Insieme con Pompei, concorre al Premio il più antico tempio buddista urbano al mondo rinvenuto a Barikot nella valle dello Swat nel Pakistan nel corso di una campagna di scavo della Missione italiana dell’Associazione italiana studi mediterranei sotto la direzione del Dipartimento diretto dal professore Luca Maria Olivieri dell’università Cà Foscari di Venezia; la città acclamata “dell’oro perduto”, fondata da Amenhotep III, nonno di Tutankhamon, riaffiorata dagli scavi a Luxor per opera del team di Zahi Hawass; il mosaico con scene dello scontro tra Ettore e Achille nella contea di Rutland (Uk) nel Midland orientale e un santuario rupestre di oltre 11mila anni fa rinvenuto nella città sacra di Karahantelein in Turchia, completa di sistema idraulico, realizzata con grandi megaliti. La scoperta del sito archeologico che salirà sul podio più alto sarà annunciata a ottobre nel corso della XXIV edizione della Bmta.