“Una finestra sul prato”: calcio, amore e guerra nel romanzo di Alberto Patelli

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One Day Footballer – Una finestra sul prato, edito da Il Ciliegio è un  romanzo di calcio, amore e guerra.  Un libro intenso, quello di Alberto Patelli, dove ogni pagina racchiude un notevole talento nella scrittura ma anche la capacità di lanciare continuamente spunti di riflessioni. A raccontare questo suo nuovo progetto letterario, a Off, è lo stesso Patelli, che oltre a essere un sempre più apprezzato scrittore è anche un rinomato attore.

Raccontaci la tua esperienza come scrittore. One Day Footballer è il tuo primo romanzo
In realtà One Day Footballer non è il mio primo romanzo Nel lontano 1991 pubblicai “Pallade il controllore”. Poi altri due brevi romanzi che non ho però pubblicato perché non ho avuto il tempo di “rimetterci le mani”. Quando mi viene un’idea che ritengo valida, vinco la mia pigrizia e comincio a scrivere ma, da subito, lo faccio scegliendo una modalità di scrittura adatta alla prima destinazione di quella idea…teatro, cinema, letteratura.

Rispetto ai precedenti lavori, cosa rappresenta nella tua carriera rappresenta?

Ritengo One Day Footballer un tassello importante nel mio ormai lungo percorso di autore soprattutto perché ha comportato un impegno di studio notevole. Ho voluto ambientare la mia storia in un contesto assolutamente realistico e dunque ho avuto la necessità di documentarmi molto sugli eventi e le atmosfere di quasi cento anni fa.

Generalmente, quando accetti a scatola chiusa un progetto?

Se sento che chi me lo propone ha entusiasmo e voglia di portarlo avanti assieme fino al suo completamento.

Cosa, invece, ti spinge a rifiutare una proposta di lavoro?

Molto onestamente, quando non mi ritengo capace di portarla a termine con soddisfazione o non ne condivido le finalità.

Come nasce la tua passione per lo spettacolo e per la scrittura?

Nasce da preadolescente cominciando a scrivere sketch sui professori e mettendo in scena brevi parodie sulle mode e abitudini di quei tempi.

Quando hai capito che quella stessa passione si sarebbe potuta trasformare in un vero e proprio lavoro?
Quando ho capito che i temi che mi stavano a cuore e che spesso trattavo in chiave umoristica, arrivavano al pubblico in modo diretto.

Tornando indietro, c’è qualcosa che non rifaresti?

Non mi è facile rispondere a questa domanda. Ovviamente nella mia produzione ci sono cose che ritengo valide e altre molto meno che tuttavia non rinnego proprio perché mi sono servite come termine di paragone al fine di non ripetere gli stessi sbagli. Se poi c’è una cosa che proprio mi rimprovero è quella di aver buttato buone idee per il solo fatto di non aver avuto la volontà e la pazienza di sedersi a scriverle.

Nella vita di tutti i giorni, quando non lavori, come trascorri la quotidianità?

Nonostante la mia età, mi piace muovermi e fare sport…tiro ancora qualche calcio al pallone, vado in bici (sono un vero appassionato di cicloturismo), coltivo l’orto (sono convinto, contrariamente a uno stantio clichè, che zappare migliori l’uomo aiutandolo a comprendere la vita), la sera leggo prima di svenire sul letto.

Progetti all’orizzonte?

Nell’immediato, promuovere One Day Footballer perché credo ne valga la pena, per il futuro spero di tornare come attore sul set in un ruolo interessante.

In futuro, sul fronte professionale ma anche privato, quali altri obiettivi ti piacerebbe raggiungere?

L’obiettivo principale per entrambi i fronti è quello di riuscire a fare qualcosa di utile per gli altri, foss’anche procurare una risata, una riflessione, una spinta ad un impegno per migliorare la condizione di tutti.