“L’ambiente è più veloce di noi, dobbiamo cambiare abitudini”

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​Per Alessandro Miani Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale cambiamenti epocali impongono di modificare le nostre abitudini. ​E per tragedie come quella della Marmolada ci vuole un alert come per il mare mosso. L’auto elettrica? Sì, ma…

​Alessandro Miani, le tragedie della natura sono parzialmente imputabili anche all’uomo? Non è che l’innalzamento globale delle temperature è un fenomeno naturale e storico e che l’uomo non può farci niente?

Sono parzialmente imputabili anche all’uomo. Come esiste la bandiera rossa per il mare mosso, così bisogna introdurre un alert per la montagna: con i satelliti e le guardi alpine si potrebbero dare indicazioni specifiche ai turisti e agli escursionisti, avvisandoli del pericolo. Ieri, con le temperature che c’erano, doveva essere sconsigliata qualsiasi escursione. Le alte temperature in montagna possono causare staccamenti del ghiaccio (e quel ghiacciaio aveva perso la sua massa negli ultimi 70 anni). Certamente ci troviamo in un periodo di incremento delle temperature, abbiamo avuto un inverno caldo e in questi giorni sono state registrate temperature elevate in quota: tutto questo significa che c’è qualcosa che si sta sciogliendo. Per giunta i saracchi anche quando fa freddo si possono rompere. Questi fenomeni sono imprevedibili come i terremoti, ma l’introduzione di un alert come per il mare mosso porterebbe a una responsabilizzazione della gestione del turismo montano. Questa responsabilità è estendibile a tutta l’umanità: per produrre benessere e ricchezza ci rivolgiamo alle energie fossili che liberano nell’atmosfera inquinanti, polveri e agenti climalteranti che aumentano la temperatura a terra.

Nel Manifesto di CulturaIdentità alla voce ARIA diciamo che respirare ara pulita è un diritto: secondo Lei le misure messe in atto nelle grandi città come le zone ztl sono sufficiente o occorrono norme anti-inquinamento più stringenti?

Non sono sufficienti, la ZTL è una tassa che arricchisce la cassa di un Comune e basta. Milano è “affossata”, è circondata da grandi palazzi e da una zona metropolitana industriale, quindi gli inquinanti ristagnano.  Misure come il blocco del traffico hanno gli effetti paragonabili a quello di togliere due persone da 10 che fumano tutte insieme in una stanza. Le principali cause dell’inquinamento nelle grandi città sono le combustioni per il riscaldamento degli edifici, le automobili incidono percentualmente in misura minore. Diciamo piuttosto che c’è una pessima abitudine di usare un’auto per ogni persona, ma di qui a dire che l’elettrico è la soluzione…

Mi ha anticipato. Bruxelles ha imposto il divieto di auto a benzina e diesel dal 2035: giusto o sbagliato?

Noi di SIMA abbiamo fatto una simulazione. L’attuale capacità di produzione di auto elettriche imporrebbe un tempo d’attesa di 10 anni: per abbattere questo intervallo le aziende dovrebbero attivarsi per produrre un numero maggiore di auto elettriche. Sicuramente è un bene avere come obiettivo l’impatto zero delle emissioni, ma non dimentichiamo che lo smaltimento delle batterie delle auto elettriche avrebbe comunque una ricaduta negativa a livello ambientale. L’idrogeno, se prodotto da fonti rinnovabili, costerebbe come la benzina prima della crisi: oggi la tecnologia ci permette di usarlo sui grandi mezzi di trasporto come camion, autobus, treni e fra un po’ anche gli aerei: a regime forse si arriverà anche alle auto di piccole cilindrata, che già ci sono ma non sono così affidabili.

Ecologia: chi domina il campo?  

Il campo lo dominano gli interessi non ecologici: c’è molto greenwashing, un tentativo di distrarre l’opinione pubblica concedendo poco e rimanendo legati al fossile.

Il Suo primo provvedimento se fosse Ministro dell’Ambiente (anzi, Della Transizione Ecologica)?

Includerei nella transizione ecologica il binomio ambiente / salute, cioè la tutela della salute pubblica come elemento centrale della tutela dell’ambiente. Vorrei un “super ministero” di lunga durata che mettesse assieme le grandi tematiche della salute pubblica, dell’ambiente, dell’energia, dell’agricoltura e della pianificazione urbanistica. Stiamo entrando in un periodo che durerà decenni e con cambiamenti epocali rispetto alla nostra produzione di ricchezza: dobbiamo adeguarci al cambiamento modificando le nostre abitudini di vita, essere resilienti all’ambiente che cambia più velocemente di noi.

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