“Un ex statistico che ora fa il poeta”, ama definirsi così Lorenzo Maragoni, classe 1984, performer, poeta, attore e regista, ex docente a contratto di Scienze statistiche dell’università di Padova, il 28 maggio è diventato campione del mondo di Poetry Slam. Una passione nata accompagnando un suo amico a un poetry slam a Portogruaro. Fu amore a primo ascolto, appena tornato a casa cercò un modo di partecipare a una competizione simile: destino volle che ve ne fosse una proprio la settimana successiva e proprio a Padova, dove viveva. Partecipò e, con sua grande sorpresa ed emozione, vinse. Sentì subito che aveva trovato qualcosa di adatto alla sua arte, ma comprese anche che doveva migliorare molto la sua scrittura, raffinarla, levigarla, se voleva che i suoi testi divenissero efficaci come li immaginava. Passo dopo passo è entrato nella Lega italiana Poetry Slam (Lips) e nel 2019 è arrivato in finale nazionale a Ragusa, poi ancora, nel 2021, a Torino: la vittoria gli ha aperto le porte dei mondiali di Parigi.
“Una sensazione surreale e bellissima aver potuto competere con poeti di tutto il mondo. Sono contento che tutto il lavoro fatto in questi quattro anni e tutta la preparazione che c’è stata dietro abbiano portato a questo risultato. Anche se più che di sfida parlerei di incontro: alla fine la competizione è solo un pretesto per far appassionare il pubblico, per far conoscere la poesia, per sfidare prima di tutto noi stessi a portare sul palco le migliori poesie che possiamo, e a farcele conoscere reciprocamente.”
Una poesia in movimento, un tatto d’aria a discorso compiuto, una danza di parole in azione e reazione, da impulso reciprocamente generato. A briglie sciolte, a intensità verissima, a ritmo continuo in momenti diversi, Lorenzo riesce a creare un filo comune che unisce in armonia frasi e stati d’animo. Così dice di trovare la sua poesia “nella vita di tutti i giorni, in una camminata, in una frase sentita per caso, in un evento di vita speciale (gioioso o triste), o tra le pagine di un libro.” L’ispirazione, per Lorenzo, è una specie di scarto dalla realtà, qualcosa che ti fa dire “huh, a questo non ci avevo mai pensato”, e può succedere guardando il tramonto su una spiaggia, come scorrendo il feed di Instagram. Questa intuizione, poi, sedimenta per settimane, continuamente ripresa, impastata, fino a quando si sente che il pezzo è pronto per incontrare il pubblico. E a quel punto non è ancora finita, perché dall’incontro possono nascere nuove idee impreviste, correzioni, cambi di direzione.
Lorenzo è anche stato protagonista dell’ultima edizione di Italia’s got talent, dove si è presentato incantando i giudici con le sue parole.
“Una delle cose più belle di quell’esperienza è che sono riuscito a divertirmi, a sentirmi a mio agio in un contesto così importante, a viverlo con trepidazione ma anche con leggerezza. Ho cercato di avere la stessa attitudine anche ai Mondiali. In fondo stiamo facendo poesia, abbiamo il privilegio di poterlo fare e credo sia più bello viverla senza prendersi troppo sul serio. A chi vuole intraprendere questo percorso consiglio di non aspettare di avere la poesia perfetta. Il contesto è accogliente e, se vorrai, tutti sapranno darti i giusti incoraggiamenti e consigli per migliorare.”
La poetry slam è una disciplina nata a Chicago nel 1987, da un’idea del poeta americano Marc Kelly Smith. L’obiettivo è quello di portare la poesia tra la gente, anche tra chi capisce poco di questo genere letterario e non è mai riuscito ad appassionarsi del tutto. Chi decide di praticarla prova a mescolare linguaggi diversi, apparentemente incompatibili, svelandone le relazioni, a volte complesse, sorprendenti, raffinate. Lorenzo ci confessa che della poetry slam ama l’inclusività, il fatto che tutti possano salire su un palco, con il pubblico come unico arbitro. Un pezzo bello di presente che Lorenzo si augura ricorra in uno dei tanti futuri possibili.