Un viaggio tra le sfumature della Capitale italiana della Cultura 2022. Non solo per apprezzarne beltà e annusandone talvolta i sapori, ma per raccontare storie di vita vissute a Procida. Il Tesoro di Alì, ultimo romanzo scritto da Ciro Lubrano Lavadera per Edizioni Fioranna, è il racconto in cui tutto gira intorno ad un tassista capace di far realizzare i propri sogni attraverso la forza del ricordo di coloro che lo hanno amato e le cui vite continua a indirizzare. Questo perché “I sogni bisogna almeno cominciare a farli vivere. Poi, anche se non si trasformano subito in realtà, non svaniscono e noi possiamo continuare a sognare”. Una storia sospesa tra passato e presente che porterà alla scoperta di un tesoro, proprio quello di Alì. E sullo sfondo l’isola di Procida, unica e incantata, approdo sicuro per la mente e il cuore di chi ne voglia cogliere l’essenza più profonda.
Un amore vero quello di Ciro Lubrano Lavadera per Procida, Capitale italiana della Cultura laddove è nato nel 1959 per viverci fino al 1992, quando si trasferisce per lavoro ad Ivrea, nominata per quest’anno Capitale del libro. Insomma, un bel connubio per raccontare con chiari cenni autobiografici l’amore profondo che lo stesso autore nutre per il suo scoglio natio. Il Tesoro di Alì è un sogno tra i ricordi della gioventù, vissuti in una Procida bella e armoniosa, con poche automobili, pensando invece a quella attuale che secondo l’autore non è stata capace di vincere la grande battaglia di uno sviluppo legato alla qualità della vita. Con il pericolo di annegare in un turismo tumultuoso che si porti via la sia anima, con il naufragio della tranquillità.
«Un vecchio progetto -racconta Ciro Lubrano Lavadera– rimodellato nel corso del tempo e chiuso tre anni fa. Partendo dalla copertina, ritrae due persone che non ci sono più mentre una è ancora in vita, ma a loro è dedicato il tutto. Parliamo di un libro che spero sia letto non solo al Sud, ma anche al Nord perché ormai per lavoro vivo in provincia di Torino». A Ivrea per la precisione, laddove nel settore della ristorazione gestisce un’enoteca con annessa osteria, dove ospita simposi letterari, serate di degustazione, corsi di scrittura creativa e reading letterari. Durante Il Tesoro di Alì, infatti, ci s’imbatterà di tanto in tanto in alcune ricette, talvolta di tradizione familiare procidana, altre dello chef Marco Ambrosino. «Da sempre – spiega Ciro Lubrano Lavadera- mi occupo di ristorazione, sono sempre stato appassionato alle sfide del turismo. Parlare oggi di Procida significa parlare di una sfida che l’isola non ha ancora vinto ossia diventare più attrattiva senza perdere la sua identità. È il filo che lega tutto il romanzo, con la speranza che Procida possa liberarsi delle problematiche legate al traffico, sperando in una pedonalizzazione sempre più vasta che vada di pari passo a una mobilità sostenibile. E cercando tra i ricordi, a un certo punto ci ritroveremo di fronte al ritrovamento di un tesoro».