Una Femmina è il primo lungometraggio di Francesco Costabile (prodotto da Attilio De Razza, Pierpaolo Verga, Nicola Picone, Edoardo De Angelis, una produzione Tramp Limited e O’ Groove in collaborazione con Medusa Film- sostenuto dalla Calabria Film Commission con il bando produzioni del 2019), dopo il successo al 72º Festival Internazionale del Cinema di Berlino, nella sezione Panorama, è approdato nelle sale italiane. Un film sulla ‘ndrangheta “dedicato a tutte le femmine ribelli” che in realtà racchiude un messaggio universale. Ne abbiamo parlato con la protagonista Lina Siciliano che abbiamo conosciuto all’anteprima in Calabria, al Cinema Citrigno di Cosenza.
Lei è un’attrice naturale, alla sua prima esperienza. Come è stato prendere parte a questo progetto, vivere l’esperienza del cinema dalla parte di chi recita in un grande film?
Ho avuto a che fare con grandi professionisti come Fabrizio Ferracane e Anna Maria De Luca che sono stati molto disponibili con me e mi hanno sempre fatto sentire a mio agio. È stata indubbiamente una grande responsabilità, perché Rosa, il personaggio che ho interpretato, era portatrice di un messaggio di ribellione e di libertà e quindi il dovere e il lavoro di Rosa era di far arrivare questo messaggio e ci siamo riusciti.
Francesco Costabile, tra tante, ha scelto proprio lei. Che affinità sente di avere con il suo personaggio? Questa bambina cresciuta in un contesto difficile che una volta adulta cerca non solo la verità ma emancipazione da un tipo di cultura.
Io come Rosa mi sono trovata in un contesto che non mi apparteneva, non avevo le stesse radici da cui sono nata, ma mi sono trovata catapultata in un passato che mi ha cambiata. Si dice che dalla sofferenza si diventa o troppo buoni o troppo cattivi, perché la sofferenza cambia in maniera radicale. Io ho cercato di farne buon uso, proprio come Rosa che attraverso la sua caparbietà è riuscita ad essere ciò che voleva essere, non quello che era destinata ad essere. Sin da bambina ho cercato di costruirmi il futuro che desideravo e ci sono riuscita grazie alla mia testardaggine.
Modugno cantava “Amara terra mia”, lei che rapporto ha con la tua terra e che contributo pensa di dare con questo film di cui è protagonista?
La Calabria è la mia terra, la amo, ci sono nata e per un periodo ci sono anche cresciuta. La Calabria è meravigliosa sia a livello paesaggistico che culturale, ma succede che alcuni territori vengano un po’ abbandonati, come i piccoli paesi dove purtroppo la criminalità prende poi il dominio. Il messaggio che voglio mandare, va oltre la Calabria, perché questo film ha messaggio universale che spero arrivi a tutte le coscienze delle donne e degli uomini a cui viene imposto qualcosa, che sia il patriarcato, una famiglia ‘ndranghetista, una situazione di violenza o un datore di lavoro che non dà diritti. Il messaggio è quello di ribellarsi a qualunque cosa che violi i propri diritti, i propri principi e valori.
“Una femmina” parla di donne combattive, ribelli e parla anche di riscatto. Secondo lei in com’è il rapporto della donna con il mondo di oggi?
Ancora sento parlare di donne che fanno colloqui di lavoro in cui viene loro chiesto se vogliono avere una famiglia o ancor peggio che vengono licenziate perché incinte. Rosa mi ha dato la possibilità di emanciparmi, è come se si fosse insinuata anche dentro Lina, perché mi ha fatto liberare di alcuni mostri del mio passato che cercavo di nascondere, mi ha dato la possibilità di urlare, mi ha resa più forte. Purtroppo non è affatto facile, soprattutto in alcune zone in cui ancora si crede che la donna debba solo prendersi cura della casa e della famiglia e portare avanti anche degli ideali sbagliati, come nel caso delle famiglie ‘ndranghetiste. Siamo nel 2022 ma ancora su questo siamo troppo arretrati, non c’è una vera emancipazione.
Oggi è sempre più difficile gestire il rapporto con i figli, lei è madre, che rapporto ha con suo figlio?
Mio figlio si chiama Luca e ha 14 mesi, tra di noi c’è un rapporto speciale, un’alchimia, è come se sentisse il bisogno che ho di lui, perché per quanto lui possa essere dipendente da me io credo di esserlo ancora di più da lui. È il centro della mia vita, rappresenta tutto ciò che non ho avuto e che adesso sono riuscita ad avere. Quando parlo di lui mi emoziono, mi scoppia il cuore. Non avendo avuto i miei genitori vicini sono ancora più permissiva con lui perché so quello che mi è mancato e che non vorrei mai far mancare a lui.
Com’è cambiata la sua vita dopo questa esperienza, ha progetti futuri nel cinema?
La mia vita è cambiata a livello sociale, ho avuto modo di emanciparmi e di fare un mestiere che sognavo fin da piccola. Spero di poter continuare e di migliorarmi studiando, ovviamente ce la metterò tutta per riuscirci come ho sempre fatto. Mi piacerebbe fare altri film, anche di altri generi. Sto già lavorando per fare anche altri provini ma ovviamente è un momento difficile per il settore cinematografico. In questo progetto ci abbiamo creduto e lavorato duramente e siamo felici che sia riuscito.