Voci squillanti e taglienti come “Lamette” sul palcoscenico dell’Ariston alla 72esima edizione del Festival di Sanremo condotta da Amadeus. Nel carrozzone delle formule musicali alchemiche, di canzoni poetiche e giochi orchestrali da equilibristi che sfidano le leggi della fisica, c’è “Chimica”, e si vede, tra Donatella Rettore, in gara dopo 28 lunghi anni (l’ultima nel 1994 con “Di notte specialmente”), e Ditonellapiaga, nome d’arte di Margherita Carducci al suo debutto nella manifestazione canora che, su Rai Uno, fa cantare lo Stivale. Il pezzo è stato scritto proprio da lei, cantautrice capitolina che, fra gli altri, ha collaborato con Fulminacci, e Rettore – anche se non si capisce perché tutti quanti continuano insistentemente a chiamarla Donatella- mentre l’arrangiamento e le musiche sono stati curati da Carducci con Benjamin Ventura, Alessandro Casagni, Valerio Smordoni e Edoardo Castroni. Atmosfere punk-pop e disco strass dei decenni ’70-’80 nel brano prodotto dal duo di producer romani Bbprod e che si preannuncia, considerando le artiste che lo interpretano, una hit spumeggiante, scatenata e provocatoria, che farà ballare e saltare sulle poltrone. Sfiorando le sonorità dance sulle note dell’orchestra dal vivo diretta dal maestro Fabio Gurian. «Aspettatevi uno spettacolo, una botta di allegria allo stato puro. Con La Rappresentante di Lista siamo le più spudorate. Gurian sa far suonare tutti i musicisti e in modo rock. Quando dirigeva i violini, suggeriva di dare stoccate, pennellate ritmiche e non solo liriche. Tant’è che sono diventati un po’ gli archi che abbiamo amato in “Madman across the water” di Elton John.- esordisce Rettore durante la presentazione dell’inedito, ringraziando dapprima Dino Stewart, managing director nella divisione italiana di BMG del Gruppo Bertelsmann, e sfogliando il personale album dei ricordi- Ho frequentato le scuole elementari e le medie dalle suore. Poi, fortunatamente, le superiori in un istituto inglese per cui mi sono rifatta da tutto quello che avevo subito dalle monache. Mi hanno tirata su, dalle Canossiane alle Dorotee, a suon di calci nel sedere e ceffoni, ma anche di morbide carezze e consolazione. Molte cose le ho imparate da loro, come apparecchiare la tavola e il galateo, che ho completamente dimenticato (ride, ndr). Però, nella mia vita, ce ne sono state diverse, in particolare una, suor Esterina, che per me è stata una figura esemplare e vorrei salutarla, se è viva, poiché la curia non me l’ha fatta più incontrare e mi dispiace parecchio. La vicenda risale a qualche anno fa. Fabio Fazio presentava “Quelli che il calcio” e nel programma imperversava una suora che tifava per la Lazio. Allora ero considerata la numero uno, sia delle donne che degli uomini, quindi la giornalista Natalia Aspesi mi scelse fra i vari imprenditori, scrittori, intellettuali e politici in qualità di esponente di spicco della musica moderna. Era incuriosita da me e gli autori di una trasmissione di Rai 3 mi chiesero chi avrebbe potuto raccontare meglio la mia infanzia, chi mi conosceva a fondo più di mia madre e di mio padre. Risposi suor Esterina, che raccoglieva le mie paranoie, i miei malumori e gli entusiasmi. Mi diceva “se suor Valfrida ti bacchetta, non devi ribattere, devi darle retta, lo fa per il tuo bene. E se accade quando non fai niente di male, ascoltala, il tuo carattere si tempra”. Purtroppo, non sono così. Suggerii alla squadra autoriale di contattare suor Esterina, che era una professoressa di lettere dorotea. Si spostò l’intero organico della Rai e la curia non le diede il permesso di rilasciare interviste, la televisione era un “metodo laico”. Sono legata a lei e ai suoi preziosi consigli, le voglio davvero bene, resterò sempre la sua figliola». Se Ditonellapiaga con il nuovo disco-autoritratto “Camouflage” ha regalato un effervescente mix di electro, contemporary R&B, hip hop e soul dalle velate sfumature jazz che sconfinano nel trap, potrebbe essere che la cover in coppia sul palco della Città dei fiori sia un’antesignana di “Chimica”. Non ci saranno special guest, si ospitano a vicenda in scena, scartati i successi “Kobra” e “Lamette” che appartengono al repertorio “rettoriano”. Così come “Acido acida” dei Prozac+, “Per colpa di chi” di Zucchero Fornaciari, “Musica ribelle” di Eugenio Finardi, adorata da Rettore nei versi in cui recita “Con le facce da bambini e con i loro cuori infranti (…) Di mollare le menate e mettersi a lottare”. Tuttavia, Donatella sostiene che «è ora di finirla con i cuori infranti, il cuore deve battere, ricevere energia pulsante. Dopotutto è un muscolo e noi abbiamo i muscoli bollenti». Ditonellapiaga aveva proposto “Ti voglio” di Ornella Vanoni e “Insieme a te sto bene” di Lucio Battisti: con le loro vocalità sarebbe venuto fuori un bel connubio, i timbri si sarebbero incastrati alla perfezione.
«Sono d’accordo con Dada (Donatella, ndr), la cover scelta è un po’ un antenato di ciò che portiamo, ma penso che sia irriverente come lo siamo entrambe. Quanto al singolo, l’ho scritto ispirandomi alla persona che lo canta con me», sottolinea Margherita. Un incontro, quello tra le due adrenaliniche cantanti, utile ai giovani che hanno perso, a causa della pandemia, due anni fondamentali della loro crescita. E, dunque, perché non ridarglieli con un sound spensierato, a tratti ingenuo ed assolutamente divertente? «Non considero Margherita un’esordiente, può darmi tante dritte, è una ragazza preparata, laureata al Dams. Ha studiato e continua a farlo, per questo motivo la ammiro, io non l’ho mai fatto: sono una cialtrona, mi butto nella mischia e vedo come va. Ed è giusto che vicino a me ci sia qualcuno che ha il termometro di quello che accade, a cui posso appoggiarmi se faccio uno scivolone. Ho esordito a Sanremo tempo fa, ero una liceale che doveva sostenere l’esame di maturità, arrivando penultima. In seguito, sono tornata sui libri. Poi ho avuto fama e notorietà all’estero e non ci ho più pensato, c’erano altre e differenti occasioni in Italia: “Un disco per l’estate”, “Saint Vincent”, il “Leone d’oro” a Venezia, “Festivalbar”. Avevano appena chiuso il “Cantagiro”. Era l’epoca di “Fantastico” e di numerose opportunità per farsi conoscere grazie al boom delle tv libere. Canale 5, ad esempio, cominciava a diventare importante e alternativa alla Rai. Ho vinto due volte il “Festivalbar”, una a pari merito con Miguel Bosé nel 1980. Fondamentali per la mia carriera i suggerimenti del patron Vittorio Salvetti e, dato che ero già prima in classifica in mezza Europa, particolarmente in Germania, approdai nuovamente a Sanremo nel 1977. -aggiunge Rettore – Eravamo tre donne e tutti gruppi: Antonella Ruggiero dei Matia Bazar, Daniela Davoli ed io, naturalmente. Fu un momento bellissimo e formativo, dai live siamo passati al tour in tutte le discoteche con la “green section” e quella dei big». «Le nostre età sono invertite, è Dada la ventiquattrenne in realtà», risponde Ditonellapiaga al segreto dell’eterna giovinezza ed evidenzia «Rettore è stata l’apripista per quanto riguarda la trasgressione, per ciò che invece è normale, e deve essere tale, ma viene percepito come trasgressivo. Apparteniamo a due generazioni diverse. Sono fortunata, la mia è molto più paritaria ma dobbiamo combattere. Mi piace l’idea che sia una battaglia al femminile, tutte unite verso un obiettivo comune: le cantautrici contemporanee non vivono di competizione per accaparrarsi l’unico posto esistente, non ce n’è soltanto uno. Sarà fondamentale quando ci chiederanno “com’è essere una cantautrice?” e non “come ti senti ad essere una cantautrice donna?”. È sinonimo di minoranza, equivale all’interrogativo “come ti senti ad essere una delle poche?”. Pian piano ci faremo strada e sarà qualcosa di normalissimo». Senza pensare ai look splendidi splendenti, che quasi certamente saranno luminescenti ed elettrizzanti, alla vittoria e alla possibile partecipazione all’Eurovision Song Contest di Torino. Inoltre, alla domanda “Tireresti ancora caramelle sugli spettatori del Teatro Ariston?”, Rettore ci mette un secondo a dire di sì e a proposito della co-conduzione di Drusilla Foer, per la terza serata della kermesse, crede che sia un colpo di genio da parte di Amadeus. Pertanto, non le dispiacerebbe duettare con l’estroso alter ego artistico di Gianluca Gori.