“Il mio Eduardo” intervista a Mario Autore

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Il nome oggi ci dice poco ma il suo debutto cinematografico che lo ha visto interpretare il ruolo del grande Eduardo De Filippo, diretto da Sergio Rubini, lo consacra fra i talenti emergenti del cinema italiano. Mario Autore, regista, musicista e autentico napoletano, ha calcato il tappeto rosso della  festa del cinema di Roma a fianco a due giganti del cinema italiano internazionale, il già citato regista e Giancarlo Giannini che nel film I fratelli De Filippo veste i panni di Eduardo Scarpetta.

Cosa significa per un napoletano interpretare Eduardo De Filippo?

Innanzitutto per me rappresenta una grande opportunità e più ancora una enorme responsabilità soprattutto considerando il fatto che io non sono cresciuto nel mito del  “maestro” rispetto ad altri concittadini e anche come attore non ho ripassato il solco tracciato da Eduardo e dalla tradizione partenopea, piuttosto ho preferito l’innovazione del teatro di Berthold Brecht. Il fatto che De Filippo non facesse parte della mitologia del mio sentimento probabilmente è stato funzionale alla sua interpretazione che non volevo  fosse un’imitazione;  piuttosto ho cercato di rievocare la figura di Eduardo identificando quali fossero i tratti salienti del suo carattere.

Quanto ha influito la regia di Rubini nella tua interpretazione?

Devo dire totalmente perché io ho dato una mia idea del personaggio già al primo provino e ho scoperto che si trattava della stessa del regista. I contrasti fra noi, di conseguenza, sono stati praticamente nulli. Sergio aveva ben chiaro dall’inizio la storia che voleva raccontare attraverso il film ossia la storia di tre fratelli ritratti nella loro giovinezza, nelle loro battaglie e nei loro litigi . Io inizialmente avevo impostato  i tratti di Eduardo affinché fossero seriosi invece mi sono trovato a virare verso la spensieratezza e la spavalderia tipica di un uomo in divenire.  Comunque tutto ciò che il regista mi chiedeva mi veniva naturale e io ho semplicemente cercato di far rientrare nel suo disegno quella che era la mia idea.

Con questa interpretazione sei partito dalla cima della salita. Nei panni di chi vorresti trovarti nel tuo futuro di attore?

Io non potevo cominciare meglio ne sognare di più, oggi non saprei sognare oltre questo ruolo ma certamente posso dire che mi è piaciuto moltissimo lavorare sul personaggio storico. Ho avuto a disposizione molto materiale sul quale studiare: video, audio, documenti, scritti pertanto mi piacerebbe avere ancora a che fare con figure dal retroterra così denso. Non importa se si tratta di una figura esistita o di fantasia quello che mi interessa è una bella storia da approfondire.

Oltre alla promozione del film che uscirà a dicembre hai altri impegni che ti aspettano?

Ho effettivamente un progetto in divenire anche se non credo di poterne svelare troppi dettagli. Posso dire che si tratta di un film dovrei essere il protagonista diretto da un regista esordiente. Ciò che mi piace è che il personaggio che dovrò interpretare è un musicista come di fatto sono io. Mi piace scrivere, mi piace suonare e mi piace in genere lavorare su più fronti.