“Ai confini del male” il thriller adrenalinico di Alfieri sulla lotta tra il bene e il male

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Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Glaviano, “Ai confini del male” di Vincenzo Alfieri, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution, dal 1° novembre su Sky Cinema e, in streaming, on demand, su Now Tv, è un thriller adrenalinico che, nonostante qualche trascurabile ingenuità, appare ben costruito e godibile. 

In uno sperduto paesino ai limiti del bosco della campagna laziale, non distante dalla Capitale, due giovani scompaiono dopo una notte ad un rave. Adele e Luca sono ragazzi di buona famiglia, quest’ultimo, peraltro, è il figlio del comandante Rio (Massimo Popolizio), un uomo integerrimo disposto a dare la vita per la divisa che indossa. Il rapimento si consuma a 10 anni esatti da un caso irrisolto – quello dell’Orco – che aveva portato alla morte di diversi giovani ed era costato la carriera allo stesso Rio. I numerosi punti di contatto con il caso precedente lasciano presagire un ritorno del mostro, riapparso forse per vendetta. Le indagini sulla scomparsa di Luca e Adele si incrociano a quelle condotte, nel frattempo, dal tenente Meda (Edoardo Pesce) – meglio noto come ‘il cane pazzo’ per i suoi scatti incontrollati – sulla sparizione di Irina, figlia dell’ex prostituta Nevena, che non sembra interessare nessuno. Meda è un antieroe, solitario, che dopo la perdita di sua moglie e di suo figlio in un incidente automobilistico, di cui si ritiene unico responsabile – un evento dal quale non si è più ripreso – trascorre le sue giornate passando da un eccesso all’altro, tra alcool e sesso occasionale con le prostitute di turno. 

E’ così che le strade di due uomini così diversi – l’integerrimo Comandante Rio e il Tenente Meda – sembrano incontrarsi e scontrarsi in una lotta tra il bene e il male, una sorta di giano bifronte dei nostri tempi. 

 Si tratta di un thriller pieno di colpi di scena e dal finale davvero imprevedibile, caratterizzato da atmosfere cupe che ammiccano agli scandinavi, maestri del genere. Particolarmente azzeccati i due comprimari, che regalano un’interpretazione eccellente al Comandante Rio e al Tenente Meda. 

Il film è tuttavia anche una riflessione sul rapporto tra genitori e figli e su quanto si è disposti a mettere in gioco per salvare questi ultimi, talvolta ben oltre i confini del male.