“Regina” esce l’opera prima di Alessandro Grande

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Un conflitto generazionale giocato sui sentimenti della colpa e della responsabilità in Regina di Alessandro Grande, unico film italiano in concorso al Torino Film Festival 2020, visibile su Sky Primafila e sulle principali piattaforme on demand, e distribuito da Adler Entertainment. Opera prima del regista catanzarese – produzione Bianca Film con Rai Cinema e Asmara Films – si avvale del contributo di MiBACT, Regione Calabria e Fondazione Calabria Film Commission. Tra film di genere e storia di formazione, la vicenda porta nella vita della quindicenne Regina (Ginevra Francesconi), cantante agli esordi, e del padre Luigi (Francesco Montanari), vedovo ed ex musicista, che ha rinunciato alla carriera per stare vicino alla figlia. Il loro rapporto, forte e indissolubile, verrà messo a dura prova da un evento tragico ed imprevedibile. Scritto da Grande con Mariano Di Nardo, il film è legato dal punto di vista tematico a Bismillah, il corto del regista vincitore del David di Donatello.    

 “Anche in “Regina” c’è un dramma familiare – sottolinea Grande – un pesante senso di colpa e delle responsabilità che gravano sulle spalle di una ragazzina. Mi interessava affrontare questa tematica da un punto di vista giovanile e riflettere sul conflitto generazionale tra la protagonista e il padre, due persone sole e dipendenti l’una dall’altra, per le quali un allontanamento e un’eventuale denuncia di quanto è accaduto potrebbe separarli per sempre. Ma un padre deve prendersi le proprie responsabilità, perché essere genitore non significa essere amico della propria figlia, ma persona responsabile, modello ed esempio”. Da questi presupposti è nato il film, ispirato in fase di scrittura dal saggio “Il complesso di Telemaco” di Massimo Recalcati, in cui l’autore parla proprio di conflitto generazionale, del bisogno delle nuove generazioni di avere un punto di riferimento in un padre che rappresenti l’autorità in casa e sia fonte di sicurezza. “Regina è un po’ Telemaco – aggiunge il regista – che sulle rive del fiume aspetta il padre per crescere anche lei; quindi il film è un racconto di formazione per entrambi”.

Hai dichiarato di aver sentito l’esigenza di raccontare una figura come quella della protagonista, forte e fragile insieme. Perché?

La tematica del film è molto attuale, perché non solo ai tempi dell’Antica Grecia, ma anche oggi le nuove generazioni, come riflette il saggio di Recalcati, sentono più il bisogno di avere un faro, essere guidate. La mia generazione dei trentacinquenni-quarantenni tende ad essere meno responsabile e autoritaria nell’esercitare la funzione genitoriale, e di conseguenza i figli possono sentirsi fragili. La tematica è universale e non conosce alcun limite temporale; per cui sentivo l’urgenza di affrontare l’argomento.

Il film è realizzato col contributo della Calabria Film Commission e girato in Sila, un luogo che non è solo set, ma diventa terzo personaggio della vicenda….

La Sila era il luogo più adatto per raccontare la storia perché segue di pari passo le emozioni e i sentimenti dei protagonisti. Se si assume un territorio come terzo personaggio dell’opera bisogna dargli una valenza significativa, e la montagna calabrese è riuscita ad essere parte integrante di questo racconto. Il film inizia con un leggero sole che scalda i volti dei protagonisti e gradualmente il clima diventa sempre più freddo e rigido seguendo il rapporto tra Regina e Luigi, da quando entra in conflitto fino al dramma che vivono entrambi. L’ambientazione diventa così anche metafora del loro stato d’animo. Da calabrese mi interessava anche dare un’immagine di una Calabria diversa, perché quella di “Regina” è una terra che non tutti conoscono, dalle atmosfere nordeuropee, affascinante da un punto di vista visivo.

Dopo l’uscita su Sky Primafila e on demand, il film sarà distribuito anche nelle sale. Puoi già darci qualche notizia più precisa?

In questi giorni la distribuzione sta pianificando l’uscita, che non seguirà i canoni classici, di un giorno preciso in tante sale contemporaneamente, e sarà graduale seguendo la riapertura delle sale stesse. Quindi una diffusione selezionata, ristretta e duratura nel tempo.

Nel cast di “Regina” anche Max Mazzotta, Claudio Castrogiovanni, Barbara Giordano e, in un’amichevole partecipazione, Brunori Sas.