Fortunato Zampaglione. La scrittura è mia ospite

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Dare spazio a ciò che si sente. Senza porre resistenza. “La scrittura è un ospite libero, libero di arrivare e di andarsene, non provo a trattenerla, vive e sta con me fino a quando ne ha voglia.” Al confine tra passato e presente.

Le parole sono fatte di musica, di rime con irregolari, di pensieri acrobati su metriche mai chiare. Le canzoni nascono lontano dal suono poi magari lo abitano ma in partenza sono fuori, nei passi, negli sguardi, nei movimenti della natura, nel futuro delle cose perse.

Di origini siciliane e milanese di adozione Fortunato Zampaglione debutta nel mondo della musica nell’estate 2000 presentando Gioia, il suo primo singolo pubblicato al Festivalbar di quell’anno. Da bambino sognava bellezza nel senso più ampio e pieno del termine. Figlio e nipote d’arte. La passione per la musica nasce ascoltando suo padre suonare.

A 14 anni incontra la chitarra ed è subito un’amica fedele. Inizia le sue prime performance nei pub di Palermo, musica dal vivo, nelle pause dei concerti.

Frequenta gli ambienti musicali catanesi e, dopo un primo contatto con il produttore Mario Di Ferro, incontra Andrea Zuppini, chitarrista di Rossana Casale, con il quale inizia una importante collaborazione artistica.

“Nati per amare” di Eros Ramazzotti, “Guerriero” di Marco Mengoni, “Amore gigante” di Gianna Nannini sono solo alcuni dei grandi successi usciti dalla sua penna. Musicista e paroliere, Zampaglione ad oggi è uno dei più importanti autori del Pop italiano.

“Ci sono fasi in cui un songwriter propone, quando l’editore viene a conoscenza del fatto che l’artista sta lavorando su un nuovo album e sta cercando canzoni. Poi esiste un’altra fase in cui un autore conosciuto viene contattato dall’artista. E una fase in cui scrivi delle canzoni e il discografico dell’etichetta decide di abbinarla ad un’artista in particolare.

Cieli immensi”, ad esempio, è una canzone che ho scritto per Patty Pravo, testo che è nato pensando a lei.”

Non è fan del senso del poi, non nutre particolare simpatia per i se condizionali. Non ha mai un obiettivo. “La libertà di andare, di dire e fare, di capovolgere esistenze è ciò che permette di essere sinceri.”

L’idea è la madre di ogni movimento, lei decide in che modo descrivere l’evento che sta dentro una canzone. Non apre le porte alle sensazioni ma vive di emozioni tridimensionali.

C’è una frase in una sua canzone che sembra descriverlo alla perfezione:

E’ quello che non capisco di me che mi è chiaro negli altri”.

Ci si offre all’altro con tutto il bagaglio che si porta dentro. Senza forzature, obblighi o eccessi. Come per la musica, ciò che alimenta l’arte sono i luoghi che si visitano, le persone che si incontrano. Ogni movimento della vita influenza il processo creativo. E la comprensione dell’altro molte volte è una risposta a sé stessi.

Non ha eroi ma solo esempi. E molte volte neanche tanto giusti da seguire. Ma poi è nello sguardo dell’altro che si costruisce. Un senso nuovo in cui molte volte si incontrano emozioni e parole.

Quando la scrittura da ospite ti attraversa e lascia senza bussole.”

“Conosci Into the wild? per la prima volta un film ci lascia una risposta concreta. La felicità è autentica solo se condivisa.

Ecco cos’è per me la musica. Una forma di felicità da dividere insieme agli altri”.