Boomdabash: «Nella nostra musica “lu mare, lu sule, lu jentu” del Salento»

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Lu mare, lu sule, lu jentu” salentini nei ritmi coinvolgenti dal sapore reggae e hip hop hanno conquistato nel tempo le hit. Quindici primavere sulla scena musicale, o poco più, per i BoomdabashBiggie Bash, Payà, Blazon  e Mr. Ketra– che festeggiano la ricorrenza lanciando il nuovo singolo “Don’t worry”, inno di speranza vestito da ballad pop per un futuro vaccinato. E un best of di 22 pezzi, fisico e digitale, con i loro successi tra cui alcuni brani inediti su etichetta Soulmatical Music -Polydor (Universal Music Italy). «Se ci guardiamo alle spalle rifaremmo tutto quello che abbiamo fatto fin qui. – racconta la band made in Puglia- Sono stati anni intensi, pieni di gioia e sacrifici. La musica ci ha dato la forza di superare le difficoltà e, per questo, non l’abbiamo mai abbandonata. L’ultimo album è più di una raccolta, è la fotografia del nostro modo di vivere». Mamma rock Loredana Bertè, con la quale hanno scalato le classifiche estive grazie alla canzone “Non ti dico no” nel 2018, quella volta in cui furono derubati e costretti a ricominciare il proprio lavoro da zero, l’ammirazione per i cantanti Damian Marley e Zucchero Fornaciari, le collaborazioni con i rapper Fabri Fibra, Fedez, Clementino. Con la “nostalgia canaglia” per i party di dancehall sulle spiagge pugliesi tra Brindisi e Lecce, dove si sono conosciuti, che di certo ritorneranno quando sarà finita la pandemia.

Quindici anni di carriera e non sentirli. Come vi siete conosciuti?
«In realtà sono ben oltre 15, stiamo insieme da un ventennio! Ci siamo incontrati in Puglia, chi fa musica nei piccoli paesi solitamente si conosce e non è stato difficile ritrovarsi alle feste di dancehall sulla spiaggia. In Salento nei primi anni del 2000 c’era molto fermento!».


Un nuovo singolo, “Don’t worry”, e il best of dei vostri successi con alcuni inediti. La musica diventa un inno di speranza per essere, ancora una volta, “felici”?
«Sì,  la musica è in grado di unire le persone, dandoci quella grinta di cui abbiamo bisogno per andare avanti. “Don’t worry”, così come tutti i pezzi di Boomdabash, lancia un messaggio positivo di fiducia nel futuro e sociale, che non potevamo fare a meno di condividere con i nostri affezionati. Sentivamo la necessità di comunicare loro emozioni e  sentimenti attraverso ciò che sappiamo fare meglio: la musica. Prima o poi la luce tornerà, il sole e le stelle brilleranno ancora. Un augurio speciale per non lasciarsi abbattere dagli ostacoli che la vita ci pone di fronte, ritrovando presto la serenità».


“Mambo salentino” e “Karaoke” sono balzati in alto nelle hit. Qual è il segreto per intercettare i gusti del pubblico?
«Seguiamo sempre e solo il nostro istinto, non ci sono ricette particolari. Dapprima cerchiamo di fare la musica che piace a noi, sperando che possa arrivare al pubblico con l’entusiasmo e l’energia che ci contraddistingue. Siamo anche abbastanza pignoli e, se non siamo convinti di un pezzo al cento per cento, non lo facciamo uscire».


Loredana Bertè vi adora. “Non ti dico no”, estratto dall’album “Barracuda”, è stato il tormentone estivo del 2018.  Un aneddoto del vostro incontro con la regina italiana del rock? 
«Loredana è un’icona e siamo davvero orgogliosi di aver lavorato con lei al successo di due anni fa  “Non ti dico no”. Un brano che ci ha dato tantissime soddisfazioni. Accolto benissimo da tutti i fan. Inoltre, per noi è una persona speciale, che ha vissuto mille vite e ha tanto da raccontare. Ascoltandola si rimane a bocca aperta».

Ricordate un episodio off e bizzarro degli esordi?
«Stavamo lavorando all’uscita del primo disco ufficiale, una sera ci derubarono in studio e abbiamo dovuto iniziare tutto da capo. Ad ogni modo non ci siamo mai arresi, ricominciando da zero con costanza e determinazione. Adesso possiamo affermare che ci siamo presi le nostre soddisfazioni».


Star del reggae, tra gli altri, avete lavorato con i rapper Fabri Fibra, Fedez e Clementino. Nuove collaborazioni in vista?
«Negli anni non ci siamo fatti mancare nulla. Gli artisti con cui abbiamo collaborato sono amici della band. Deve esistere un bel legame umano e professionale per poter fare un ottimo lavoro. Poi, tentiamo sempre di divertirci! Non abbiamo ancora in mente futuri featuring, però ci sono diversi musicisti con cui ci piacerebbe collaborare. Tra gli internazionali Damian Marley (figlio di Bob, ndr),poiché proveniamo da una matrice reggae, fra gli italiani stimiamo parecchio Zucchero Fornaciari».


In principio fu Domenico Modugno, ma la Puglia ha continuato a sfornare talenti cantautorali: Sud Sound System, Après La Classe, Giuliano Sangiorgi e i Negramaro, Diodato, Renzo Rubino, Al Bano e, non da ultima, Emma Marrone. Solo per citarne alcuni e campanilismo a parte, dove sta l’X Factor?
«È esattamente così, numerosi cantautori di talento e di carattere sono pugliesi. Siamo di parte, ovviamente, e amiamo la nostra terra moltissimo tant’è che abbiamo deciso di mantenere la base in Puglia. Viviamo e produciamo musica soprattutto da qui. Non sapremmo dire qual è il segreto, quando siamo in Salento ci sentiamo ispirati, i ritmi sono meno caotici, forse si apprezzano di più le piccole cose. E poi, non dimentichiamo che il meraviglioso mare, il sole e il vento ci aiutano all’orizzonte!».


Avreste mai partecipato ad un talent per farvi conoscere e oggi, da gruppo affermato, fareste i giudici o i coach?
«Nel nostro percorso non abbiamo mai pensato di partecipare ad un talent, scegliendo la strada classica e di lunga gavetta che, sinceramente, ci ha formato e fatto crescere come persone e sul piano artistico. La rifaremmo così mille volte. Giudici o coach? Al momento non ci abbiamo mai pensato».

Senza retorica, a chi dedicate il vostro ultimo lavoro discografico? 
«Sicuramente al nostro pubblico, è un regalo che abbiamo fatto in primis ai fan che ci hanno seguito sin dal debutto durante questi 15 anni. Poi, è un dono verso noi stessi, per ricordarci da dove siamo partiti e a che punto siamo arrivati, non dimenticando le nostre radici e la voglia di suonare portando ovunque “good vibes”. A dirla tutta, il best of è pure un inno alla nostra splendida amicizia!».