Il gotico italiano tra mistero e paura

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Quando si pensa alla letteratura gotica nell’800, vengono in mente soprattutto classici provenienti dal Nord Europa come Dracula o Frankenstein. Pochi sanno che anche l’Italia ha avuto il suo filone di romanzi e racconti gotici, i quali hanno avuto un enorme influenza anche nella letteratura novecentesca e nel cinema horror. Di questo parla il breve saggio di Francesca Saggini Sole nero. Il Gotico meridiano dell’Ottocento italiano (La Vela, 2020, 100 pagine, 12 euro).

La Saggini, docente di Letteratura Inglese all’Università della Tuscia, analizza meticolosamente il percorso del gotico italiano dalle origini alla fine: partendo dalle traduzioni di autori inglesi, in Italia il genere fece fortuna, come in molti altri paesi europei, quando l’Illuminismo cedette il passo al Romanticismo, tanto che già ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni si possono trovare influenze gotiche. Facendo un balzo di circa mezzo secolo, un altro classico della letteratura nostrana preso in esame è Pinocchio di Carlo Collodi, che presenta una trama ben più macabra del suo celebre adattamento Disney. Un movimento letterario particolarmente attratto da questo genere fu la Scapigliatura, in quanto avevano un particolare interesse per l’estetica del brutto e dell’abnorme.

Verso la fine l’autrice fa notare come, all’inizio del ‘900, intellettuali come Benedetto Croce snobbarono questo genere letterario a causa di pregiudizi ideologici, facendolo finire quasi nel dimenticatoio. Eppure, secondo lei queste storie avrebbero in seguito influenzato molto la cultura pop italiana, ispirando registi come Dario Argento e Mario Bava o fumettisti come Tiziano Sclavi, creatore della celebre serie Dylan Dog.