La città, un luogo di identità e di appartenenze rinnovate

0
Foto di Brian Merrill da Pixabay

Baudelaire, poeta della città sovrappopolata, fuggiva dai suoi creditori passando da un caffè all’altro o rifugiandosi in un circolo di lettura. Shelley si compiaceva della brulicante città densa di voci. Dickens si lamentava dell’assenza di rumore nella strada che gli impediva di lavorare.

Si pensa che il grigiore, la tristezza, la monotonia di una città colpiscano le anime meste, relegandole in una solitudine senza sbocco. Può accadere. Ma vi sono anche spiriti liberi e avventurosi che nella città trovano curiosità e stimoli per una loro dimensione esistenziale.

LEGGI L’ARTICOLO INTEGRALE SU CULTURAIDENTITA’

Articolo precedenteStefania Craxi: “Ecco chi c’era dietro i processi a mio padre”
Articolo successivoStefania Sandrelli: “Ho fatto un cinema davvero irripetibile”
Avatar photo
Laureato in Architettura svolge la sua attività professionale a Milano dove apre uno studio di progettazione e consulenza nel campo edile e, nel contesto di iniziative parallele, si dedica a progetti di allestimenti e comunicazione a livello internazionale. Redige numerose relazioni di ricerca e approfondimento di temi tecnici e scrive libri per associazioni di categoria. Collabora a giornali e riviste con articoli di architettura, con particolare riferimento alla città e allo sviluppo urbano. Partecipa come opinionista a trasmissioni televisive nell’ambito di iniziative volte a descrivere con spirito critico la città nei suoi molteplici aspetti e funzioni. Attualmente sta preparando un libro sulla città globalizzata, sui rischi della perdita della sua identità in quella che la cultura sostenitrice del processo di assimilazione progressiva chiama “residenza disaggregata”.