Baudelaire, poeta della città sovrappopolata, fuggiva dai suoi creditori passando da un caffè all’altro o rifugiandosi in un circolo di lettura. Shelley si compiaceva della brulicante città densa di voci. Dickens si lamentava dell’assenza di rumore nella strada che gli impediva di lavorare.
Si pensa che il grigiore, la tristezza, la monotonia di una città colpiscano le anime meste, relegandole in una solitudine senza sbocco. Può accadere. Ma vi sono anche spiriti liberi e avventurosi che nella città trovano curiosità e stimoli per una loro dimensione esistenziale.