I dipinti di Alessia Rodari svelano una storia interessante in virtù di un percorso professionale che prende forma con gli studi sulle tecniche di restauro. Dai primi lavori svolti all’interno della Grotta dell’Annunciazione di Nazareth ad oggi son cambiate molte cose: la pittura che ora propone Alessia Rodari racconta l’evoluzione creativa avvenuta attraverso un incessante studio e sperimentazione su tecniche e materiali che ha adeguato alle proprie esigenze espressive. Immergendosi così nei lavori dell’artista affiora la presenza di due filoni creativi apparentemente ben distinti: alle figurazioni metropolitane, infatti, si contrappone un’espressione informale con la quale condivide un accenno di dripping. All’interno di ogni dipinto l’artista esprime un proprio spessore caratteriale che la identifica nel desiderio di esprimere se stessa attraverso riflessioni creative che attingono alla propria sensibilità. Nella composizione delle sue tele Alessia Rodari non di rado parte da soggetti concretamente raffigurati e giunge a dimensioni policromatiche astratte o viceversa: per lei è determinante la ricerca e la pienezza delle sue emozioni. Ogni opera d’arte dopo tutto è sia concreta che astratta, come insegnava Lionello Venturi nel 1936. “Concreta perché il suo contenuto appartiene al mondo della natura e della vita e astratta perché la sua forma è il risultato di un distacco mentale dal mondo concreto.”
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