Sono passati esattamente dieci anni dalla partecipazione di Loredana Errore ad Amici 9, edizione che la vede piazzarsi al secondo posto dietro ad Emma Marrone: un trampolino di lancio che darà il via alla sua carriera nel mondo della musica italiana. All’apice del successo, però, a soli 28 anni, un incidente stradale la metterà a dura prova, presentandole davanti uno degli ostacoli più significativi della sua vita. Oggi Loredana torna con 100 Vite, il suo nuovo singolo che sembra raccontare le infinite volte che l’hanno vista rinascere.
Loredana, torni sulla scena musicale con 100 Vite: come nasce questo nuovo progetto?
100 Vite è stato scritto da Stefano Paviani. Mi ha fatto ascoltare questo brano insieme alla mia casa discografica Azzurra Music ed è stato un colpo di fulmine. È un brano che parla di rinascita e di tanta voglia di riscatto: proprio quello che prova chi tocca il fondo e cerca di risalire come la forza impetuosa del mare, emergendo con una luce brillante che si accende solo in chi si aggrappa alla vita.
E’ un brano che ti identifica molto: cosa ti ha spinto a voler preservare la tua personalità musicale in un panorama tutto uguale?
Ho studiato a fondo 100 Vite anche se l’ho sentito subito mio sin dal primo momento che l’ho ascoltato. Ho cercato una chiave più attuale ma mettendo sempre al primo posto ciò che mi caratterizza da sempre: il cuore.
100 vite anticipa un album di inediti?
Sì, è il primo di tanti altri brani che faranno parte del mio nuovo lavoro discografico in uscita nei prossimi mesi.
Sono passati dieci anni da Ragazza occhi cielo: cosa è rimasto di quella ragazza nella Loredana, donna di oggi?
Ragazza occhi cielo è la canzone a cui sono più affezionata: è stata scritta da Biagio Antonacci e me ne ha fatto dono mentre partecipavo ad Amici. È un ritratto bellissimo che descrive in maniera veritiera la mia voglia di vita. Ritrovo ancora tanto di me in quelle parole anche se oggi sento un maggiore senso di pace.
Qual è la lezione più grande che senti di aver appreso in questi anni?
Sicuramente ho capito che non finirà mai la mia voglia di ascoltare gli altri. Il mio percorso di vita e professionale, inoltre, mi ha insegnato che non si finisce mai di imparare, che non bisogna mai fermarsi al primo obiettivo raggiunto: c’è sempre un grande banco di prova che ci indica la strada ponendoci dei bivi tra cui scegliere.
E la delusione che ti ha segnata di più?
Non credo ci sia una delusione che mi abbia colpito particolarmente. Soprattutto nella vita privata, poi, poco può deludermi dal momento che la verità è sempre l’unica via giusta.
Per te hanno scritto in tanti, da Biagio Antonacci a Kekko Silvestre passando per Diego Calvetti: ma chi è l’autore al quale devi di più?
Ho avuto l’onore di cantare tanti bei brani scritti da punte di diamante della musica italiana che con la loro presenza hanno impreziosito il mio percorso artistico. Se devo sceglierne uno in particolare sicuramente Biagio perché è stato il direttore artistico del mio primo Ep e del mio primo album “L’Errore”. Non finirò mai di ringraziarlo per il tempo prezioso trascorso insieme e per i brani scritti per me.
Hai calcato il palco di Sanremo in veste di ospite (Bastardo con Anna Tatangelo nel 2011, ndr): ti piacerebbe tornarci in gara?
Sì, non è solo un mio grande sogno ma un obiettivo. Sono certa che accadrà perché lo desidero con tutto il mio cuore… sarebbe fantastico!
Ci racconti un episodio OFF della tua carriera?
Avevo 23 anni e vivevo a Londra. In una stazione della metropolitana incontrai un uomo di colore altissimo che suonava il sax in un modo speciale: come per magia sentii che dovevo cantare e senza nemmeno accordarci intonammo Summertime. Al termine dell’ultima nota sopraggiunse la metro che aspettavo e, dopo un veloce saluto, me ne andai.