Nel 1793, in piena Rivoluzione Francese, la Conciergerie di Parigi fu destinata a prigione e sede del Tribunale rivoluzionario, creato per giudicare i crimini politici.
La prigioniera più celebre è stata Maria Antonietta che, separata dalla cognata Elisabeth e dai figli Luigi e Maria Teresa, venne trasferita dalla prigione del tempio (successivamente fatta abbattere da Napoleone) alla Conciergerie, mentre Luigi XVI fu giustiziato sette mesi prima, il 21 agosto 1793.
Maria Antonietta trascorse alla Conciergerie settantasei giorni, in attesa del processo. I capi di imputazione furono tre:
1- aver dissipato il tesoro nazionale (“Come potevo sapere che lo stato versasse in simili condizioni? Quando chiedevo del denaro me ne veniva dato il doppio del richiesto!”)
2- aver avuto corrispondenze con il nemico
3- aver cospirato contro la sicurezza interna ed esterna dello Stato
A Maria Antonietta venne persino addebitata la colpa più grave ed infamante: l’incesto. Alzandosi in piedi disse “Se non ho risposto, è perché la Natura stessa si rifiuta di rispondere ad una simile accusa rivolta a una madre. Mi appello a tutte le madri che sono presenti!”
La frase di Maria Antonietta scosse tutte le donne presenti, le quali, per la prima volta dalla sua parte, iniziarono a protestare contro l’accusa.
Il 16 ottobre del 1793 salì al patibolo con la grazia e la gentilezza che l’avevano sempre contraddistinta e rivolgendosi al Signore di Parigi (il boia) a cui aveva pestato un piede per sbaglio disse: “mi dispiace signore, non l’ho fatto apposta”.
Alle quattro del mattino, ad un’ora dalla morte, Maria Antonietta scrisse una lettera ad Elisabeth, rimasta alla prigione del tempio con Maria Teresa e il delfino Luigi XVII.
La lettera, considerata il suo testamento morale, non arrivò mai alla prigione del tempio: Elisabeth fu ghigliottinata e i due bambini, separati, vissero di stenti.
Luigi, diventato per diritto divino Re di Francia, venne affidato ad un calzolaio e a sua moglie, responsabili della sua “rieducazione rivoluzionaria”: relegato nella stanza più umida e fredda della prigione del tempio, maltrattato, picchiato, costretto a bere vino, a bestemmiare e ad accusare sua madre e sua zia di incesto, il piccolo re morì di atroci sofferenze due anni dopo. Aveva 10 anni.
Maria Teresa riuscì a sopravvivere e dopo quattro anni fu scambiata con sei importanti francesi catturati dalle truppe austriache.
Maria Antonietta, durante la sua prigionia alla Conciergerie, venne affidata alle cure della giovane Rosalie Lamorlière.
Nel 1822, Maria Teresa le espresse gratitudine per le informazioni sugli ultimi giorni di sua madre e per le molte reliquie che aveva custodito, versandole una pensione di 200 franchi fino al giorno della sua morte.
Rosalie, nel 1837, dettò la testimonianza sulla prigionia della regina all’abate Lafront d’Aussonne, il primo biografo di Maria Antonietta, che scrisse Le memorie segrete e universali delle disgrazie e della morte della regina di Francia.
Nel 1814, terminata la rivoluzione e restaurata la monarchia, re Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI, riabilitò la memoria della famiglia reale.
Il 21 gennaio 1793, il corpo decapitato di re Luigi XVI fu sepolto in una bara senza coperchio e ricoperto di calce viva e terra.
Il 16 ottobre 1793, a pochi passi di distanza, la stessa metodologia fu utilizzata per la Regina Maria Antonietta.
Era l’antico cimitero della Madeleine, utilizzato durante il Terrore per seppellire i corpi delle persone giustiziate.
Alienato come bene nazionale, il cimitero fu acquisito da Pierre-Louis Oliver Desclozeaux, magistrato e monarchico che dimorava nelle vicinanze.
Nel 1815, quando Luigi XVIII comandò la ricerca delle salme reali, Desclozeaux fu lieto di mettere a disposizione la sua proprietà, indicando i luoghi dove erano sepolti i sovrani.
I corpi vennero riesumati e traslati nella necropoli Reale della Basilica di Saint-Denis e con loro anche il cuore del piccolo Luigi XVII.
Luigi XVIII fece edificare la Cappella Espiatoria sul luogo del ritrovamento: la posa della prima pietra avvenne il 21 gennaio del 1815 ed il monumento fu ultimato nel 1826.
Nel cortile antecedente, allineate sui lati, ci sono delle pietre tombali in ricordo delle guardie svizzere uccise dai rivoluzionari durante l’arresto della famiglia reale al Palazzo delle Tuileries.
Le statue in marmo all’interno della cappella, commissionate da Maria Teresa, rappresentano Luigi XVI sostenuto da un angelo e Maria Antonietta inginocchiata davanti alla Religione (nella lettera/testamento Maria Antonietta si affida alla Religione) e alle cui basi sono incisi il testamento del re, l’ultima lettera che la regina scrisse alla cognata Elisabeth, all’alba della morte.
La cella di Maria Antonietta alla Conciergerie è stata anch’essa trasformata da Luigi XVIII in una piccola cappella espiatoria.