Lo smog urbano (outdoor) e l’inquinamento all’interno delle mura domestiche (indoor) preoccupano in quanto fattori di deterioramento dell’aria.
Se l’inquinamento outdoor è ben noto ed è generato dai gas di scarico provenienti da traffico veicolare, dalla ricaduta di fumi di attività industriali o da sistemi di riscaldamento domestico come il camino, poco diffuso è il concetto di inquinamento interno agli appartamenti e derivante da numerosi fattori tra i quali gli allergeni (es. acari) dovuti alla presenza di polvere o monossido di carbonio, ossidi di azoto e particolato da processi di combustione a gas o carbone per riscaldare e/o cucinare, la polvere dei toner delle stampanti o gli idrocarburi policiclici del fumo di sigaretta.
Per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo, non bisogna pensare a rimedi necessariamente artificiali. La soluzione è già presente in natura: le piante o meglio le infrastrutture verdi, sottolineandone con questo termine il ruolo funzionale e non soltanto estetico.
Nell’immaginario comune intendiamo le piante come “polmoni verdi” ma poco conosciuta è invece l’accezione di veri e propri filtri per sostanze nocive presenti in atmosfera. Negli spazi outdoor le piante purificano l’aria assorbendo gli inquinanti gassosi sulla superficie fogliare, rendendoli inerti attraverso il loro metabolismo e neutralizzandoli con quegli organismi che vivono nella terra a contatto con l’apparato radicale della pianta. E’ stato dimostrato che il leccio aumenta la capacità del suolo di legare i metalli come il piombo. Per intrappolare il particolato degli spazi urbani sono particolarmente indicati oltre ai tigli, anche gli olmi, gli aceri e gli ippocastani. Secondo l’Ibimet, l’Istituto di biometeorologia del Cnr di Bologna, è il bagolaro ad avere le migliori prestazioni nella cattura delle polveri sottili.
Per questo motivo è sempre più diffuso sentire parlare di “foresta urbana”, ossia di innesti strutturati secondo criteri scientifici, di elementi vegetali (parchi, alberi, siepi, pareti e tetti verdi) funzionali non soltanto al miglioramento della qualità dell’aria, ma anche del microclima urbano.
Quest’ultimo infatti è influenzato dal cosiddetto effetto “isola di calore urbana”, un fenomeno fisico causato dalla elevata presenza di materiali artificiali come cemento e asfalto, per il quale le temperature all’interno delle città sono superiori rispetto a quelle delle aree rurali circostanti, generando una serie di effetti a cascata sulla salute dei cittadini, sulla qualità dell’aria e sui consumi energetici durante la stagione estiva. Le piante e gli elementi vegetali presenti nelle aree urbane, catturano il calore atmosferico attraverso il naturale processo dell’evapotraspirazione rilasciando in aria vapore acqueo, abbassando le temperature e migliorando il comfort termico.
E per l’ambiente indoor? Bisogna orientarsi ad avere una pianta ogni dieci metri quadrati evitando di posizionarla in camera da letto in quanto, durante la notte le piante emettono anidride carbonica esattamente come noi, “consumando” l’aria. Le migliori piante consigliate per gli interni sono quelle che oltre a rimuovere i vapori chimici e le polveri, garantiscano un buon processo di traspirazione, siano semplici da gestire e resistenti agli insetti. Tra queste la Sansevieria, il Ficus Benjamin, la Dracena, meglio conosciuta come tronchetto della felicità, la Palma da datteri nana, l’Edera, lo Spatifillo, la Felce di Boston e l’Anturio.