Dall’Italia alla Croazia: Cultura e memoria storica, dalle Foibe ad una futura cooperazione trans-adriatica verso Europa 2030
Cent’anni fa si chiudeva l’impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio. Il vate della Patria, per un puro gioco del destino, torna di estrema attualità oggi: nel segno della Cultura europea Matera 2019 passa il testimone a Rijeka (Fiume) 2020. Dall’Italia alla Croazia, appunto. Ad un secolo di distanza dall’occupazione militare della città istriana da parte del poeta pescarese e dall’emanazione della Carta del Carnaro, tornare a parlare di rapporti tra una sponda e l’altra del mar Adriatico fa un particolare effetto.
Già, perché è proprio in questi giorni che tv e giornali dedicano alla Giornata della Memoria delle Foibe (1943-45) approfondimenti e servizi speciali. La concatenazione dei fatti è incredibilmente in sintonia con quanto oggi viviamo. Oggi che finalmente tra i due Paesi regna la pace, la collaborazione, per non dimenticare né negare la tragedia di migliaia di concittadini italiani dalmati, istriani – ed inizialmente anche triestini – che da un giorno all’altro divennero profughi in casa loro.
La storia recente della federazione jugoslava è nota, per le tristi vicende belliche degli anni ’90 che ne provocarono la rapida implosione. Slovenia e Croazia – figlie di quel tremendo conflitto interno – sono oggi parte dell’Unione Europea, dell’area Shengen. Hanno sposato la Cultura come mezzo di progresso e di richiamo turistico. La costa dell’Istria e le isole della Dalmazia sono da anni meta del grande turismo balneare ed estivo, ma non solo.
L’esempio di D’Annunzio – dalla sponda italiana – è ancora vivo nella memoria dei più patriottici. La sua Pescara è città dirimpettaia della regione balcanica in cui oggi persiste forse ancora qualche retaggio anti italiano, seppur sopito. La moderna nazione croata, vice campione del mondo nel Calcio e sede della attuale Capitale Europea della Cultura, Rijeka, è un po’ il segno del cambiamento tanto auspicato dalla Strategia Europa 2020.
Tutto ciò non è solamente un mero parallelismo cronologico dal sapore storico rievocativo. È anzi, con buone probabilità, la base per una nuova cooperazione euro mediterranea ed interregionale, fra sponda est ed ovest dell’Adriatico. Un bacino di vitale importanza da nord a sud, dove si affacciano Stati che si apprestano ad entrare in Europa al seguito di Slovenia e Croazia. Le barbare esecuzioni dei miliziani comunisti di Tito in rappresaglia alla dominazione fascista sulle terre un tempo dominio di Venezia sono indelebili. Che siano da esempio per il futuro.
Nel segno della Cultura e della Storia – ripartendo da D’Annunzio a Fiume nel 1919-20 – l’anno appena trascorso si pone come un ponte verso la cooperazione e magari verso la crescita economica di Paesi usciti con le ossa rotte dalle rispettive guerre.
Lo storico italiano professor Giordano Bruno Guerri ha curato già dallo scorso anno a Trieste la grande mostra evento dal titolo “Disobbedisco” – ricordando i momenti della conquista dannunziana di Fiume in antitesi con la stessa Patria. La stessa rassegna è oggi visitabile a Pescara – città natia del poeta superuomo. Dalla Prima Guerra Mondiale – con la celebre “vittoria mutilata” e la conquista delle terre irredente dal nemico austro-ungarico – fino ad oggi, gli equilibri geopolitici di quella zona sono cambiati. Più volte cambiati. La pagina nera delle Foibe, solo due decenni più in là, ne è stata l’esempio forse più cruento dello scontro fra etnie e popoli vicini, ma separati in casa.
La stessa città di Fiume è attualmente proiettata verso il futuro, aperta al cambiamento, pur mantenendo viva nei palazzi e nelle strade la sua vocazione di città multi etnica e mitteleuropea – come la vicina Trieste. Tuttora in molti parlano e comprendono la lingua italiana – forse anche meglio dell’inglese, lingua internazionale per eccellenza. Da Rijeka 2020 in avvio di questo anno da capitale è allora doveroso ripartire con un interrogativo: in che modo Fiume raccoglierà l’eredità di Matera 2019 ? In che modo la Cultura sarà rampa di lancio per le prossime sfide di Europa 2030 ? In che modo Italia e Balcani potranno far contare su una futura collaborazione reciproca ed evitare gli errori del passato?