E’ successo che Mirjam Sambol Aicardi, figlia di Vladimir Sambol, compositore degli anni ‘30 nato a Fiume ed emigrato in Svezia dopo la seconda guerra mondiale, fosse un giorno tra il pubblico di un live dei Guappecarto’. Colpita dal quintetto strumentale italo-parigino, ha l’idea di chieder loro di ripercorrere il repertorio paterno. Una vera sorpresa per i componenti del gruppo, che non hanno esitato ad accettare la proposta. Quello che in origine doveva essere un regalo di Mirjam alla madre è diventato un disco prodotto da Stefano Piro, Sambol. Amore Migrante, nove rivisitazioni dell’artista croato impreziosite da ospiti come Vincent Segal (violoncello), Daniele Sepe (sassofono), Marzouk Mejri (daf e tar).
“Abbiamo scelto dei brani di Sambol riadattandoli a modo nostro, a volte stravolgendoli”, dicono i cinque. Ed infatti la scrittura del musicista è stata in alcuni casi fedelmente rispettata, in altri è servita a sviluppare brani profondamente diversi dall’originale a favore di una ricerca sonora inedita e atipica per il quintetto. “Ma Myriam, che è entusiasta del nostro lavoro, rivolgendosi a noi doveva aspettarsi questo”.
Profondamente teatrali, maestri della contaminazione, creatori di linguaggi musicali che uniscono sonorità zigane e balcaniche, i Guappecartò nascono a Perugia come musicisti di strada nel 2004. Dr. Zingarone, Frank Cosentini, O’ Malament, Pierre la Braguette e O’ Professore (questi i nome d’arte dei “finti guappi”) durante una loro performance sono notati dall’attrice svizzera Madeleine Fischer, che li sceglie per la colonna sonora del film Uroboro.
Da sempre di stanza a Parigi, dal loro esordio si sono esibiti in più di 1500 concerti in tutta Europa. “Siamo partiti dalla strada e oggi abbiamo una consapevolezza maggiore, una certa libertà e opportunità di sperimentare, ma rimane inalterata la voglia di raccontare le cose in musica”. Attualmente possiamo ascoltarli live nella nostra penisola grazie al tour italiano partito lo scorso 5 dicembre da Pietra Ligure.