Il sorriso va ricercato nelle stelle. Così Raffaele Urraro, che nell’introduzione alla sua silloge freschissima di stampa intitolata Il lato oscuro delle cose (RP libri, 2019, pp. 92, euro 10,20) scrive: “devo confessare il mio lato debole: il sorriso lo cerco fondamentalmente nelle stelle perché è lì che mando soprattutto i miei pensieri, è lì che guardo continuamente alla ricerca della scoperta del senso della vita e delle cose”.
Nella sua operazione euristica, il poeta scava attraverso le parole e il linguaggio, tentando continuamente di addivenire a un senso: ma conosceremo un giorno / il lato oscuro delle cose? Nel silenzio della notte fatto di rumori delle stelle e cosmica armonia, il poeta si serve del potere dell’immaginazione per scorgere il mistero del cosmo e accendere le luci del proprio spazio interiore: a mezzanotte in punto / una stella si accosta lentamente / alla luna che sembra aspettarla / come si aspetta un amore (dalla poesia L’immaginazione che conforta).
Ma poi fa capolino la “lucida follia della mente” che si ostina a giocare / con gli scarti dell’immaginazione e allora giungono fantasmi e illusioni che divengono presto enigmi da svelare attraverso i lemmi: le parole dei poeti che sono comunque / enigmi da svelare /altrimenti parlerebbero a vuoto / disperdendo nell’aria / il “senso del suono” / e il “suono del senso” // e sarebbe davvero un peccato.
Tema particolarmente caro all’autore in quest’opera è il tempo, sempre in volo che il poeta difende a spada tratta: son tanti coloro che / si son dannati a chiedere / all’attimo fuggente / di fermarsi // ma è inutile cercare / il lupo nella tana.
E ancora: non prendetevela col tempo /se non rispetta i ritmi /delle vostre attese e paure.
Molti i riferimenti letterari presenti nelle pagine, da Leopardi a Rimbaud.