Malgrado quanto si possa credere, il metal è un genere musicale che ha una discreta diffusione in Italia, specie al nord, dove gruppi più o meno underground si sono dedicati alla rigorosa filosofia del metallo. Un esempio sono i Flowmotion, band metalcore/electrocore brianzola nata a Como nel 2015 e composta da Andrea Elli (batteria), Enea Marelli (basso/voce clean), Thomas Capellari (Voce growl/scream) e Fabio Tomè (chitarra).
I Flowmotion hanno un trascorso lineare che li accomuna con molte band emergenti: tante serate nei locali e un primo EP autoprodotto, Collapse, composto da 5 tracce registrate con la voglia di sperimentare e provare a mettere insieme idee e ispirazioni provenienti da mondi musicali differenti. Proprio questa prima produzione ha permesso al gruppo brianzolo di entrare con discreto successo in molte classifiche europee di genere e di essere il gruppo d’apertura del tour europeo della band francese Alaska nel 2017. Al loro ritorno in Italia esce il singolo All But Nothing, a cui segue un tour nell’est d’Europa, un contratto discografico e un nuovo brano, H.A.T.E., entrato alla posizione 53 della chart metal ITunes Australia.
Durante la primavera/estate 2019 sono state completate le registrazioni di un nuovo album in uscita nei primi mesi del 2020. Il disco – che vede la collaborazione del beatmaker Matteo Perego aka Element 8 che si è occupato di tutta la parte elettronica – è un concept incentrato su temi socio-psicologici, un modo per spronare l’ascoltatore ad interpretare la realtà in maniera alternativa rispetto a come si è spesso limitati a vederla e conoscerla.
La volontà dei Flowmotion è chiara: “vogliamo spronare a coltivare l’idea che la soluzione a qualsiasi ostacolo è sempre a portata di mano. Per questo anche il nostro album avrà bisogno di una soluzione, che l’ascoltatore potrà trovare semplicemente cambiando la propria prospettiva osservando con un occhio attento ed ascoltandolo”.
Un progetto ambizioso quello dei Flowmotion, che però pone le sue basi su radici solide. Non è mai facile portare novità in un genere come quello della musica metal, piena zeppa di regole e canali comunicativi ampiamente battuti, ma i ragazzi brianzoli sembrano essere in grado di percorrere questa difficile strada. Il loro eclettismo e l’uso ponderato e giusto dell’elettronica sono la chiave vincente per sperimentare e trovare la propria cifra stilistica, senza venire meno al consueto gusto del metallo.