Appunti spirituali di un uomo qualunque

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La possibilità del male insieme al convincimento di una sua inesorabile legittimità e ancora il sorprendersi in ginocchio, dolorante e del tutto sopraffatto, sono alcune delle situazioni che conducono il poeta Massimiliano Bardotti a profonde considerazioni interiori fino a concludere che il suo viaggio vuole avere a che fare con il bene degli altri, amandoli secondo il messaggio evangelico.

Stiamo parlando degli appunti spirituali che compongono il libro intitolato Diario segreto di un uomo qualunque. Appunti spirituali, uscito quest’anno con Tau Editrice, dove moltissimi sono i richiami agli insegnamenti cristiani e i messaggi d’amore che l’autore Bardotti rivolge al lettore, forte del coraggio del bene, visto come unica scelta possibile.

Si legge a riguardo: “Mi sia data la morte se non so amarti o sconosciuto lettore, mi sia data la morte se non avverto come mia la tua salvezza, se non sento l’importanza della tua gioia come un’urgenza personale, se non so dirmi sconfitto di fronte alla tua sconfitta perché se per dichiararmi vincitore devo esultare sul tuo cadavere, allora voglio perderla questa guerra.”

Massimiliano Bardotti  Diario segreto di un uomo qualunque: la possibilità del male insieme al convincimento di una sua inesorabile legittimità

Attraverso una prosa intima, come è nella natura delle pagine di un diario, Massimiliano Bardotti guida il lettore in un autentico bagno d’amore, con grandi naturalezza, ispirazione e gratitudine per la vita.

Scorrendo le pagine, infatti, ci si ritrova immersi in una serie di considerazioni ‘alte’ sulla vita, comunque sempre permeate dall’umiltà dell’uomo ancor prima che dello scrittore, che senza temere giudizio alcuno, ha trovato nella fiducia in se stesso e nel prossimo, nell’ottica di una universale fratellanza, la sua chiave di lettura per questa vita, lasciandosi accompagnare dallo stupore e dalla meraviglia propri del poeta, che così viene inteso: “È poeta chi ama, senza condizione alcuna. Chi si lascia sbranare dalla malinconia per un verso riuscito. Chi altro non sogna che una nuova poesia che tutti faccia sperare. […]. è poeta chi, quando muore un poeta, si sente morire. È poeta chi, quando muore chiunque, si sente morire.” Con uno sguardo al futuro (che è la vocazione del presente, come si legge a p. 19) non resta dunque che dire l’amore e questo libro può certo definirsi un inno all’amore: “Si dica l’amore. In ogni lingua e senza parole.”

Molto interessante, ad apertura del diario, anche la riflessione dell’autore sulla figura e gli insegnamenti della poetessa olandese Hetty Hillesum, morta a 29 anni vittima dell’Olocausto.