Cercare la luna della verità nella notte della Repubblica

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presentazione dell'Intergruppo
Bologna, stazione Centrale, 2 agosto 1980. Vista d'insieme dell'ala Ovest del fabbricato viaggiatori della stazione, poche ore dopo essere stata squarciata dall'attentato dinamitardo Autore AFP / Getty Images Licenza d'uso fotografia scattata in Italia nel pubblico dominio poiché il copyright è scaduto

Oggi 2 agosto sono passati 39 anni dalla strage di Bologna: alle ore 10.25, nella sala d’aspetto della Stazione di Bologna Centrale un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplode uccidendo ottantacinque persone e ferendone oltre duecento. Il 23 novembre 1995 la Corte di cassazione condanna all’ergastolo Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, i quali anche dopo la condanna in Cassazione e la fine della pena hanno sempre negato di essere coinvolti nella strage, affermando di trovarsi insieme quel giorno non a Bologna ma a Padova.

La strage di Bologna è uno dei tanti misteri di cui è ammantata la storia repubblicana a partire dalla fine degli anni Sessanta e per buona parte degli anni Ottanta: Bologna, ma anche Ustica, Moro, l’Italicus e naturalmente Milano, con la strage di piazza Fontana.

Ieri nella Sala Stampa della Camera dei Deputati si è tenuta la presentazione dell’Intergruppo “2 agosto. La verità, oltre il segreto sulla strage di Bologna” promosso dai deputati Federico Mollicone e Paola Frassinetti e dalla tesoriera di Nessuno Tocchi Caino Elisabetta Zamparutti.

E’ stata presentata una proposta di legge sulla costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta con il compito di accertare le dinamiche e le connessioni con il terrorismo interno e internazionale della strage di Bologna: “La sapienza popolare dice “cercare la luna nel pozzo” per significare una ricerca vana. In 39 anni si è cercata la luna appunto nel pozzo di depistaggi di Stato, pentiti inattendibili, evidenze indimostrate, sentenze parziali discusse e discutibili. Non si è cercata la luna splendente della verità oggettiva e storica nella notte del segreto di Stato. Oggi noi siamo qui come cercatori di verità e non uomini di parte o di partito per assicurare alle vittime della strage di Bologna di Ustica di Moro e del terrorismo brigatista e non solo. Giustizia per la nostra Nazione, per la fine di un interminabile Dopoguerra e della Guerra Fredda che si è giocata sulla scacchiera Italia. E di cui Bologna è una tragica fase di gioco“.

In particolare, Federico Mollicone ha detto: “L’esito della perizia sull’esplosivo che ha causato la strage di Bologna rappresenta un punto di svolta: se la detonazione fu casuale e l’ordigno uguale a quello sequestrato alla terrorista della rete Separat di Carlos, Margot Christa Frohlich -fra l’altro presente a Bologna il giorno della strage con Thomas Kram- è evidente che la procura debba riaprire l’indagine sulla pista palestinese. La Presidenza del Consiglio, che è garante degli archivi, dimostri vera trasparenza e desecreti i documenti relativi a questo fatto tragico della storia repubblicana e a tutti quelli collegati“.

Bologna, Ustica, Moro, Gheddafi: nomi e vicende forse correlati, come disse Paolo Guzzanti tempo fa:

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2 Commenti

  1. Era chiaro che la buttassero subito sulla pista nera ! Nessuno ricorda mai una intervista televisiva , che ho ancora davanti agli occhi, al Presidente Cossiga nella quale ha dichiarato , senza giri di parole , che l’esplosivo di Bologna era un esplosivo ” Palestinese ” in transito, verso dove non lo ricordo , ma , in pratica , escluse che fosse stato un attentato programmato ma , in sostanza , affermò che era un scoppio casuale ! Certo che incolpare Giusvà Fioravanti , e tutta la sua banda, era una soluzione ben più redditizia politicamente .

  2. pista palestinese ??? ma siamo seri…eravamo un paese amico per i palestinesi e una buona base logistica… certe ipotesi sono completamente propri di gente o disonesta o fuori di testa

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