Stimolare il politicamente “scorretto” è provocazione alla ricerca della verità: il primo e più potente atto sovversivo per smascherare una truffa imposta dal potere dominante. Da questo assunto si sviluppa un’analisi del politicamente corretto come forma di comunicazione e creazione di opinioni utili al sistema e come riflesso delle profonde trasformazioni all’opera negli ultimi decenni nel contesto delle società occidentali.
La prospettiva originale è quella di un economista “non ortodosso”, Ettore Gotti Tedeschi e di un professore di scienze naturali “contro corrente”, Enzo Pennetta, che con il loro Contro il politicamente corretto. La deriva della civiltà occidentale (Giubilei Regnani Editore, 2019, 368 pagine, 15,30 €) ci offrono una visione lucida e arguta del contesto in cui viviamo e della sua pretesa di neutralizzare il pensiero critico, che si concretizza in un’igiene verbale di stampo autoritario, un nazi-linguaggio che non ammette deviazioni e di fatto in atteggiamenti discriminatori nei confronti di chi non è allineato. Le prese di posizione degli adepti di questo potente strumento politico nelle mani delle nuove élite non sono logiche ma ideologiche e le argomentazioni non sono dialettiche ma dogmatiche, tendenti a mistificare la realtà e a demonizzare tutto ciò che è percepito e individuato come altro da sé.
