Si chiamano Ernesto e Luna e abitano vicini. La casa di Ernesto è una pulitissima e confortevole prigione, quella della zia, unica parente che gli è rimasta, che non vuole farlo uscire da solo. La casa di Luna è misteriosa e violenta. Ci abita con il padre, che la picchia per il rosso strano che le cola dalle mani e che lei usa per dipingere sui muri. I due ragazzini si incontrano fuori, accanto ai lavori di Luna, e si riconoscono. Le strade vuote li liberano. Imparano l’amore che non soffoca e non distrugge, l’amore del cielo che guardano di notte e corre chilometri sopra di loro. Tra violenza, mancanza, fughe, rincorse, mistero, resistenza, coraggio, arte, pazienza, gioia, imparano a schiudersi.
Mani rosse è un mediometraggio di Francesco Filippi, un gioiello di animazione italiana che mescola stop-motion e disegni per raccontare una magica iniziazione alla vita.
Bolognese, classe ’75, Francesco Filipp è sceneggiatore, regista di corti pluripremiati e autore di animazioni per i Cartoni dello Zecchino d’Oro. Per realizzare Mani rosse ha impiegato una decina di anni, dopo una paziente raccolta di talenti e risorse. Alla proiezione di ieri, 3 maggio, al cinema Fulgor di Rimini in occasione del Festival La Settima Arte, seguirà quella del prossimo 1 giugno a Bologna, al Cinema Lumiere, durante Human Rights Nights.