Gabriele Campagnano è conosciuto per essere il presidente di Zhistorica e per aver scritto I Padroni dell’Acciaio, un saggio di divulgazione storica in cui ci narra le avventure di dieci condottieri del Rinascimento. Quando poi ha pubblicato un romanzo di fantasy dal titolo Zodd. Alba di Sangue (Necrosword, 2019, 480 pagine, 19,90 euro) che ha come fonti di ispirazione Devilman di Gō Nagai, le opere di Edward Lee e le incisioni di Gustav Dorè, nel web si è scatenato molto clamore.
La vicenda è ambientata su Onnar, un mondo immaginario in cui la scienza è paragonabile a quella dell’antichità, o comunque del Medioevo, e in cui domina l’Impero imadiano che per usi e costumi richiama alla mente gli splendori dell’Urbe. Il protagonista è Zodd, un gigante che svolge l’incarico di capitano dell’esercito e che risulta essere un ferale combattente, ineguagliabile nel corpo a corpo grazie all’addhur, uno spadone a due mani con cui miete vittime come grano maturo. Se analizziamo con attenzione il guerriero, possiamo affermare a buon diritto che il suo profilo psicologico è talmente fosco da renderlo il più esecrabile dei villain.
È interessante osservare che all’interno dell’Impero imadiano una parte della popolazione professa il culto di Murion, una religione che può considerarsi equivalente al Cristianesimo in quanto è monoteista, adora una divinità simile a Dio e segue una dottrina che ricorda quella della Chiesa. I muraniani, tuttavia, non possono professare il loro culto in pace perché non accettano di adorare anche le divinità imadiane e pertanto diventano oggetto di una feroce repressione da parte dei soldati.
Nell’opera abbiamo anche una vera e propria invasione di mostri provenienti da un’altra dimensione. Nella fattispecie Asmodeoth, padrone di otto mondi e di miliardi di anime, riesce ad aprire un varco su questo piano dell’esistenza per trasferire il proprio infernale esercito.I demoni che giungono su Onnar sono accompagnati da stuoli di creature ributtanti che compiono un genocidio e lo stesso esercito imperiale viene messo in ginocchio da queste creature sovraumane. Il fatto che questo mondo sia prossimo alla distruzione per mano di esseri ributtanti provenienti dalle profondità siderali dell’universo, i quali si dimostrano del tutto indifferenti alle sofferenze umane e al destino di questo mondo, assegna all’opera valenze di orrore cosmico che richiamano alla mente i miti di Cthulhu di H.P. Lovecraft.
Con Zodd. Alba di Sangue, Gabriele Campagnano ha la magistrale capacità di spalancare al lettore le porte di un universo abissale, abbacinante nel suo meraviglioso orrore, infinito nella sua colossale portata, imperituro nel suo ciclico perpetuarsi, terribile per le creature mostruose che lo popolano, dimostrandoci quanto siamo insignificanti nel cosmo.