Un romanzo è intrigante ogni qualvolta riesce a creare un collegamento empatico con il lettore: Uropia. Il Protocollo Maynard (edizioni Bibliotheka, 2019, 328 pagine, 18 euro) di Pietro Bargagli Stoffi “risponde” alla paura di perdere i nostri beni: abbiamo delegato la nostra libertà e la tutela della vita e dei nostri averi a istituzioni e soggetti di cui noi stessi non abbiamo fiducia.
Il protagonista del romanzo di Pietro Bargagli Stoffi è Massimo Maffei, attivista civile e imprenditore italiano nato e cresciuto in Germania, innamorato della giovane universitaria Anna. Crede di vivere una situazione di completa estasi e tutto procede come dovrebbe, ma…improvvisamente la sua tranquillità viene sconvolta.
In un’Europa devastata dalla crisi economica e dal terrorismo, la risposta all’insicurezza diventa un’entità europea unica, Uropia: gli stati nazionali si sciolgono per aderire a questo progetto ideato dall’ungherese Andras Pordan, Presidente della Commissione Europea che occupa l’ufficio temporaneo del Presidente d’Europa per poter gestire la transizione alle prime elezioni democratiche pan-europee.
Quanto è realistica una deriva autoritaria in Europa? L’attualità è il cavallo di battaglia di Uropia. Il Protocollo Maynards: l’incontro tra la paura degli attentati, l’insicurezza economica e l’idea di delegare le proprie decisioni ad altri possono portare a un’Europa autoritaria governata da forze sovranazionali? È questo il futuro del nostro continente? O qualcosa sta cambiando?