Visitando le rovine di Hochob e Edzna in Messico ha fatto una scoperta artistico/archeologico/antropologica: due teschi di cristallo, forse sculture autentiche forse contraffazioni di pregio.
Definisce il suo fare artistico Arte Millenaria, una produzione al presente che corre a cavallo dei secoli a patire dal lascito ancestrale delle pitture rupestri e delle grotte di Lascaux, “[…] perché tutti veniamo da molto lontano anche se le persone l’hanno dimenticato”.
I suoi mezzi espressivi sono molteplici e vanno dalla pittura al disegno alla fotografia al video e financo alla performance (esempio: la “pira” dei suoi stessi quadri, lui davanti al rogo con le sembianze di un Picasso stregone: L’arte contemporanea briciamola!).
Lui è Peter Gazzola, classe 1980 da Rimini, lo stesso che irruppe alla conferenza stampa della Biennale del Disegno di Rimini 2014 con una sorta di “stand-up” teatrale. Per Gazzola non è vero, come voleva farci credere l’arte concettuale che andava forte nei Settanta, che l’idea sia più importante dell’opera in sé: non vedrete mai una sua opera fatte di una sedia e una fotografia di una sedia e una definizione di sedia.
Per Peter Gazzola l’arte è fatta di materia e materiale, i concetti, se proprio devono esserci, arrivano dopo: ecco allora che buona parte dei suoi lavori è fatta di materiali i più varii, con riferimenti segnici a quella che…gli esperti chiamano Arte Primitiva. E il riferimento è in fin del conto calzante, pensiamo per esempio al grande Jean Dubuffet e poniamo a confronto con Gazzola: sensibilità differenti, tecniche differenti, epoche differenti, ma la somiglianza di famiglia, diciamo, c’è.
Inoltre, di suo, ha d’interessante quella che mi piace definire “totemizzazione” delle sculture, che in realtà dà l’impronta di sé anche alle opere bidimensionali: non solo i quadri a tecnica mista ma anche le fotografie, in analogico e digitale. Il “basso continuo” di buona parte della sua produzione è l’eco ancestrale, l’archetipo che appartiene a tutti noi in quanto esseri umani che discendono dal cosiddetto “primitivo” che sperimentò la sua propria espressione artistica dipingendo con mani e terra sulle pareti di una roccia.
Peter Gazzola ha anche una certa verve ironico/polemica, non tanto sullo…stato/dell’arte/dell’arte, ma sullo stato di cose nel mondo là fuori, foss’anche la provincia riminese: guardare (e leggere) le opere Rimini è un sogno (2014) e Italian Parliament (2013), olii su tela dal forte impianto illustrativo che nei suoi quadri più recenti (2018/19) si sono evoluti nella raffigurazione di soggetti di volta in volta mitologici, biblici, arcaici, pastelli a olio con abbondanza di foglia d’oro, opere che ripropongono quel “primitivismo millenario” che è la firma di Peter Gazzola.
Grazie mille alla Gentile Redazione e al Caro Dott. Beluffi per l’articolo.
Saluti e Buon Lavoro
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