Grande capacità tecnica e miniaturistica, attenzione per la natura e per l’immagine, di sovente stilizzata in modo fantasioso. Definirei così il lavoro dell’artista classe 1973 Marco Minotti, che tra le tante mostre importanti ha anche partecipato alla Biennale di Venezia 2011 e che porta avanti la sua attività di illustratore per la rivista Style Magazine del Corriere della Sera.
Le sue sono figure a tratti visionarie, uscite dall’intima immaginazione, altre volte invece si fa evidente lo spirito naturalistico dell’artista, che tratteggia il soggetto in modo fortemente realistico. Protagonisti dei suoi dipinti sono in particolar modo gli animali. Se prendiamo l’opera Cow (mucca) troviamo quel lato di Minotti immaginario e fantasioso. In questo caso si vede una mucca, il cui corpo è ridotto a scheletro, anche se guardandola nel volto ella ci sembra più viva che mai, disposta in un ambiente all’aperto, con funghi sui prati, attorniata da due amabili volatili e da un’altra creatura misteriosa dalla testa di pesce che le ronza davanti, anch’essa resa col resto del corpo scheletrico.
Il Minotti fedele al realismo si ravvisa invece in altre opere, come ad esempio nello splendido Gufo, che viene dipinto ad ali aperte, facendo assaporare allo spettatore tutti i più minuziosi dettagli: dal morbido piumaggio, agli aguzzi artigli, ai profondi occhi per il quale questo uccello notturno si contraddistingue. L’artista nei casi specifici ha deciso di utilizzare il bianco e nero, che accentua ancora più quelle sfumature, che rendono questi lavori ancora più incisivi.
Sicuramente in lui si palesa una particolare attenzione figurativa, che deriva dall’Arte italiana, ma anche, come visto, una certa vena immaginaria, che ci porta a reminiscenze fiamminghe – in questo senso si nota in Minotti persino una meticolosa attenzione per il particolare -, come al surrealismo, visto che l’autore ci conduce verso dimensioni sognanti ed enigmatiche. Si ravvisa poi la sua attitudine all’illustrazione, per la capacità di raccontare con l’immagine, senza mai però cadere nel banale didascalismo e nella frivolezza olistica.
Abile tecnica, attenzione per la realtà e immaginazione: sono questi gli ingredienti che contraddistinguono il lavoro di Marco Minotti, ennesima dimostrazione che il figurativo è tornato nella pittura odierna sotto nuove spoglie, con nuova freschezza e nuovo spessore stilistico e concettuale.