Malatja, quarantenni figli di un rock robusto

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Malatja, quarantenni figli di un rock robusto

Il loro primo live è stato in un centro sociale di Angri, poco dopo esser diventati un gruppo in un garage maleodorante con l’obiettivo di raccontare la vita di periferia. I Malatja, ovvero il trio punk rock napoletano formato da Paolo Sessa (voce e chitarre), Daniela De Martino (basso) e Camillo Mascolo (batteria), festeggia 25 anni di storia indipendente con un nuovo album, il quinto. Si chiama Ruminogioia ed è stato pubblicato in cd e vinile dall’etichetta Rhino Records. “Siamo sempre stati indipendenti, lo siamo anche nell’animo” commenta Paolo. “Oggi siamo con la Rhino records perché è attentissima a non snaturare le nostre inclinazioni e piacevolmente folle come noi, pronta ad ogni sfida possibile”. Per la band questo è il primo lavoro discografico in italiano dopo i precedenti in dialetto. “E’ l’album di tre quarantenni figli del rock robusto” dice il frontman, che si è lasciato influenzare dalle tradizioni cantautorali di Tenco, Lauzi, Califano. Impegnati in live celebrativi del lungo sodalizio e pronti ad un nuovo disco in vernacolo, i Malatja sono fieri del loro percorso: “Tutto è avvenuto con grande naturalezza, assecondando la nostra natura di musicisti e di uomini”.