
Gianfranco Gallo porta in teatro Fazio, De Filippi, Bonolis e Barbara D’Urso. Cosa ci fanno i quattro cavalieri dei salotti televisivi nei teatri italiani? E’ quello che chiediamo all’attore, autore e regista Gianfranco Gallo, volto noto di fiction TV (il tremendo don Giuseppe Avitabile della serie Sky Gomorrra) e cinema (il subdolo prete di Indivisibili, film vincitore del Premio della critica al Festival del Cinema di Venezia del 2016).
Com’e Gianfranco Gallo a teatro?
Al cinema e in TV mi capita spesso di interpretare il ruolo del cattivo, a teatro invece sono conosciuto come attore ed autore di commedie. I miei spettacoli sono sempre molto divertenti e tutti i ruoli che interpreto sono per lo più da comico.
E come ha portato i quattro divi della TV nel suo teatro?
Tutto è venuto dall’idea dell’impostazione dello spettacolo Comicissimi Fratelli che ho scritto ispirandomi ad un’antica farsa portata al successo negli anni Ottanta dai fratelli Aldo e Carlo Giuffrè. Il testo è di un darmmaturgo e attore napoletano tra i più celebri di fine Ottocento: Antonio Petito, detto Totonno ‘o pazzo per la sua originalità. Lui fu l’ultimo grande Pulcinella di Napoli.
E come si parte da Petito per arrivare ai salotti televisivi?
E’ stato un percorso frutto di riflessione lucida e molto semplice: se vuoi portare gente in teatro devi andare a farti promozione nei salotti TV dei quattro signori dell’etere. Questa verità in qualche modo crudele me la suggerì l’incontro con un’artista sui generis, molto famosa nell’ambito della pop e della street art italiana, Roxy in the Box, i cui Stencils coi disegni di Dolce e Gabbana o di Sophia Loren applicati sui muri dei quartieri spagnoli, interessarono la stampa di mezzo mondo. Lei è in grado di far convivere il divismo con il Pop facendo sedere sotto le finestre di una famiglia popolare, la buonanima di Amy Winehouse.

Come vi siete incontrati tu e Roxy in the Box? Per quale progetto?
Proprio per questo spettacolo con cui siamo in tournée e che sarà in scena in uno dei più importanti teatri di Napoli, l’Augusteo, dall’11 al 20 Gennaio. Mi ero immaginato, per la scenografia, una pedana che rappresentasse una zattera sulla quale noi attori ci saremmo trovati a recitare una tradizione teatrale, un po’ come dei naufraghi in cerca di approdo, in mezzo ad una piazzetta napoletana moderna con i suoi immancabili murales. Incontrai Roxy e le chiesi di realizzare degli stencils da applicare sui pannelli che rappresentassero Antonio Petito. Lei mi guardò e mi disse: «Non ti posso fare Petito perché non lo conosco abbastanza e dunque ti farò Fazio e la D’Urso perché, solo se vai da loro a parlare di Petito, molta gente, compresa me, saprà meglio di chi si tratta». La risposta fu geniale e mi convinse subito. Ora mentre noi recitiamo, ci sono loro che ci guardano, come se dovessimo ogni sera sostenere un esame. Diciamo che tutto rientra in un discorso che si riconduce al mio teatro, che mira a trasferire i canoni antichi di un repertorio teatrale unico, in un mondo che oggi si nutre di TV e soprattutto e sempre di più di web. Tra qualche anno sono certo che dovrò cambiare le figure sui pannelli della mia scenografia.
Come fa a conciliare il teatro con il cinema e la TV? Se è impegnato su un set credo sia difficile la sera trovarsi sul palco magari a chilometri di distanza.
In effetti non posso fare lunghe tournée, quest’anno una trentina di repliche tra Napoli, Campania e Sud Italia, il prossimo anno, impegni permettendo, Roma e Milano.

Quali progetti ha in cantiere per il piccolo e grande schermo?
Su Rai Storia a gennaio sarò il primo Presidente della Repubblica italiana, Enrico De Nicola, nel programma Buonasera Presidente, condotto dal giornalista Filippo Ceccarelli, per la regia di Giacomo Faenza e Davide Minnella, prodotto da Anele e Rai Storia. Un format molto originale ed innovativo, dove dodici volti noti interpretano i dodici presidenti. Comincerò poi il film Nevia opera prima della regista Nunzia De Stefano, una sceneggiatura bellissima che non vedo l’ora di far vivere, intrepretando il mio personaggio. A fine febbraio inizierà finalmente la grande avventura del Pinocchio di Matteo Garrone, un onore per me lavorare per la prima volta diretto da uno dei più bravi registi a livello internazionale. Il progetto che però mi sta tenendo più impegnato è il mio primo film da sceneggiatore e regista oltre che da attore , ImmacolatAmore, prodotto dalla Run Film dei fratelli Cannavale, che partirà in primavera. Intanto però sono felice in Teatro, in Comicissimi Fratelli recito in famiglia: con me in scena ci sono mio fratello, mia figlia e mio nipote, quattro attori su sette con lo stesso sangue. Il sangue di una nobile famiglia d’Arte. Mio padre, Nunzio Gallo, icona della canzone e napoletana ed italiana e mia madre, l’attrice Bianca Maria Varriale, ne sarebbero orgogliosi.