Nell’universo delle associazioni italiane si cela, di fatto, un pluriverso di progetti meritori, talora, purtroppo, poco noti al grande pubblico.
Encomiabile è l’ormai più che ventennale attività dell’Associazione Eumeswil, sorta a Firenze con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile del poliedrico scrittore tedesco Ernst Jünger.
Già, lo stile. Perché, se l’esistenza si svolge su diversi piani del reale, una fondazione estetica della vita rimane indispensabile anche all’uomo postmoderno.
Lo stile di Eumeswil – che, come ricorda l’Associazione, è fatto di tre pilastri: Cultura, Tradizione e Rettitudine – si è sempre dipanato in una molteplicità d’iniziative: cicli di conferenze, incontri culturali, pubblicazione degli omonimi Annali, viaggi anticonformisti.
Celebri personaggi della cultura italiana hanno preso parte a queste iniziative: fra gli altri, Domenico Conte, Giampiero Moretti, Marcello Veneziani, Gianfranco de Turris, Giuliano Boccali, Giuseppe Lippi.
Il ciclo d’incontri di quest’anno è dedicato al tema della fedeltà e alle sue diverse possibili declinazioni: fedeltà nei rapporti interpersonali, fedeltà alla propria storia, fedeltà alla bellezza.
Trascendenza e immanenza, storia e sovrastoria, spirito e materia sono intimamente coimplicati.
Lo sapeva bene Ernst Jünger: «L’eterno non ci è estraneo. Noi proveniamo da esso e andiamo verso di esso: ci accompagna lungo il viaggio come un unico bagaglio, che non può essere perduto. Getta un’ombra su di noi, quando noi soffriamo, e dona vita, quando la sua luce ci tocca».
Avvicinarsi a questa luce, è un cammino arduo e irto di difficoltà. Non solitario, fortunatamente, grazie a compagni di viaggio come quelli di Eumeswil.