Virginia Raggi, esci da quella Bolla

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Ph. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Ph. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Non è mai finita la Campagna elettorale per il Sindaco di Roma e ne stiamo vedendo di tutti i colori, mozioni approvate e subito disconosciute, guerre fratricide, progetti che un giorno appaiono e il giorno dopo svaniscono, e da ultimo un Super consulente, socialista di lungo corso, travolto da un brutto scandalo. Sembra proprio non mancare la fantasia a Virginia Raggi, quando si tratta di progettualità e di scelta di collaboratori.

Roba da far impallidire Gian Antonio Stella: La Casta ci aveva informato dell’esistenza di Assessori alla Pace nel Mondo, alle guerre Puniche, ai Terremoti ma anche all’Identità, gestito forse da un collega neuropsichiatra ma mai si era parlato di arruolare pecore per tenere a bada i prati.

Che dire ?

La giovane, bella e simpatica Virginia Raggi impiega moltissime energie per migliorare Roma e dare un senso al suo Mandato, che purtroppo però, almeno fino ad ora, un senso non ce l’ha.

L’analisi delle motivazioni, tecniche e sociali, che possono averla spinta a compiere quelle che sono apparse a tutti noi come delle vere e proprie stranezze, non può prescindere da una generale valutazione psicologica. Virginia Raggi sembra infatti essere affetta dalla frequentissima Sindrome da onnipotenza del neoeletto, dalla quale lei non si è ancora ripresa e contro la quale sarebbe bene che tutti gli aspiranti amministratori si vaccinassero, preventivamente.

Infatti, per la maggior parte di loro, una volta eletti, la miriade di problematiche dei concittadini non appare più di interesse prioritario e ad esempio progetti come  il nuovo stadio appaiono più importanti delle buche o della spazzatura. E così la Raggi che nella prima intervista dopo l’elezione che affermava la sua volontà di “ricostruire Roma intorno ai cittadini”, è diventata  un alieno: si è chiusa in una sua bolla narcisistica ed è isolata nel suo mondo virtuale, dove tutto è irreale e impersonale. I fatti esterni alla sua piccola cerchia, sembrano solo tanti elenchi di necessità altrui, e non elementi dai quali dipendono la sua vita e la nostra.

E così ora si trincera dietro i soliti luoghi comuni dei politici, e a chi le chiede come mai stia collezionando solo gaffes politiche e insuccessi, risponde incolpando i Governi precedenti, che “hanno dato 20 miliardi alle Banche per salvarle, invece che alla città di Roma”.

Piccolo particolare: quei soldi sì hanno salvato le Banche, ma soprattutto i risparmiatori. Sgrana gli occhioni la Raggi quando l’intervistatore glielo fa notare, inclina la testa da un lato e si passa la mano fra i capelli: una gestualità che nel linguaggio del corpo esprime molto di più delle parole. Sgranare gli occhi manifesta la necessità di imporre la propria superiorità, quando non la si ha, inclinare la testa è un modo di fingersi interessati all’interlocutore, quando non lo si è per nulla, e passare la mano fra i capelli frequentemente è un tentativo di tranquillizzare la propria coscienza.

E allora, alla luce di queste riflessioni, Virginia, cerca di stupirci davvero: esci da quella bolla, rimetti i piedi per terra e abbandona le stravaganze. In alternativa, se proprio vuoi rimanere in quella bolla, allora spingi la tua fantasia oltre e, a costo zero, proponi subito un nuovo Assessorato.

Istituisci un Assessore al Malocchio, che ti protegga nello scegliere i collaboratori, e che possa attirare frotte di turisti, in numero tale da superare quelli del Giubileo!

Infatti, fra tutte le superstizioni, quella relativa al malocchio è senza dubbio la più frequente, di maggior fascino e con la maggiore spesa pro-capite. Vedrei bene anche l’istituzione di un Centro Internazionale contro il Malocchio, collegato ad altri prestigiosi Enti e/o Istituzioni Internazionali. Il ricavato della vendita di amuleti e talismani, cornetti di corallo, conchiglie, bacche, radici, ferri di cavallo, potrebbe addirittura andare a costituire un fondo di emergenza per l’avvio dei lavori del nuovo stadio, senza scomodare intrallazzatori.