Veronal: “Cinema noir e alt pop nel mio shaker per un drink tutto nuovo”

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«Mi sento vicino alla conclusione di un primo ciclo, nel quale non ho fatto altro che mettere esperienze all’interno del mio shaker, come ingredienti per un drink tutto nuovo».

L’allusione ai cocktail non è casuale per Gianluca Veronal, il cantautore che all’occorrenza si trasforma in barman nel locale di famiglia. D’origine sarda ma da anni a Milano, nel nuovo ep raccoglie cinque brani in cui propone un alternative pop che gode della freschezza del dancefloor e della potenza del rock.

Tra i pezzi da ascoltare il singolo Buona Notte e Buona Fortuna, del quale racconta: «E’ una canzone davvero significativa per me, poiché rappresenta il momento esatto in cui ho messo a fuoco il sound che volevo insieme ad un testo sincero, con un tema importante per ogni cittadino milanese e non solo, ovvero l’Expo del 2015. Un evento che, per quanto abbia dato una bella scossa alla nostra città facendole fare dei grossi passi in avanti, ha lasciato molte persone con l’amaro in bocca, per via di promesse troppo grandi per essere mantenute. Il video clip girato a CityLife (ben prima che il buon Fedez prendesse casa e che qualcun altro ne girasse uno), per il quale abbiamo sudato letteralmente sette camicie visto che le riprese sono state effettuate a metà agosto, ha chiuso il cerchio alleggerendo il tutto con un tocco di ironia».

Per il cantautore di Sassari la musica può dare un senso alla vita di molti. «Per me è stato così» spiega. «Sono una persona che si stufa in fretta, lasciavo tutto a metà; ma con l’avvento della musica ho realizzato cosa fossero metodo, lavoro, sacrificio e perseveranza».

La passione è nata guardando Mtv, Trl e i vari programmi dell’epoca: «Rimasi folgorato da The Offspring, Blink182 e Green Day, così costrinsi mio padre a comprarmi una chitarra».

Tutto è iniziato con il punk rock («Che ancora oggi suono e sudo con gli Andead»), successivamente sono arrivati l’hip hop italiano e il cantautorato. «Questi tre filoni hanno forgiato il musicista che sono oggi» conferma Gianluca, che a proposito dei suoi esordi dce: «Ricordo con grande tenerezza i primissimi live; vincere la paura di salire su un palco e cantare le proprie canzoni fu come sbloccare un livello».

Diverse, poi, quelle che considera le tappe più significative del suo percorso: «Diventare il chitarrista di Marky Ramone per un piccolo tour italiano, calcare il palco del Forum di Assago in occasione di un’apertura ai Sum41, la pubblicazione del primo album scritto da me con la mia vecchia band Le Club Noir e, in seguito, la scelta di continuare come solista col progetto Veronal».

Cinema e film noir sono da sempre grande fonte d’ispirazione per il cantautore, che sulle difficoltà che gli emergenti incontrano sulla loro strada commenta:

«Nel sottobosco musicale avviene una sorta di “selezione naturale” dettata da talento, capacità, ma soprattutto impegno e dedizione; chi ama la musica e fa ciò che davvero gli interessa trova il carburante necessario per andare avanti in piccole cose, come una buona sessione di prove, una nuova canzone che spacca, o un applauso sincero a fine concerto».

Mollare non è mai stata un’opzione per Veronal («Come si può mollare qualcosa che fa parte di te?»), che però non nega di aver pensato ad un piano B: «Credo che chiunque ne abbia uno, è necessario per pagare l’affitto; i più fortunati e meritevoli probabilmente porteranno il pane in tavola facendo qualcosa che gli piace, altri saranno costretti ad adeguarsi alle circostanze».