Una settimana a Milano col Vate D’Annunzio

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DAnnunzio-segreto_01Edoardo Sylos Labini, coerentemente col percorso artistico a cui ha dato corpo nei suoi recenti spettacoli (basti pensare a Nerone – Duemila anni di calunnie) e con l’ideazione del progetto editoriale de ilgiornaleOFF, aggiunge un altro tassello facendo rivivere “il Vate”. D’Annunzio Segreto (regia di Francesco Sala) vuole essere un sequel di Gabriele d’Annunzio, amori e battaglie. che debuttò nel 2013, che ripercorreva più la biografia di questo intellettuale», ha raccontato il regista e interprete.

Nello spettacolo che sarà, invece, in scena dal 5 al 7 febbraio al Teatro Manzoni di Milano (per poi proseguire in tournée) si è deciso di dar spazio a un ritratto inedito, «di un uomo anziano, deluso, anche dallo stesso governo che non rispettava i morti in guerra». Tutto ha inizio con la sua morte, «con la figura della divina Duse (Viola Pornaro) che ritorna, dando il là alla sua catarsi, con un uomo che mette a dura prova il suo mito», rivela il drammaturgo Angelo Crespi. Altre donne, però, abitano il palcoscenico: la fedele governante Amelie Mazoyer e la cuoca del Vittoriale, suor Intingola (Paola Radaelli).

«Sotto la parola governante si nascondono vari ruoli» evidenzia l’attrice che la interpreta, Erika Urban, in quanto spettava a lei il compito di selezionare le badesse (interpretate da Francesca Kelly Tisi, Irina Ioana Sirbu, Iolanda Gurreri e Lucia Conte Fabiani) che avrebbero trascorso la notte con l’artista, «insegnando loro ciò che lo stesso Vate aveva insegnato a lei, ragazza di campagna, a partire dal gusto per il bello».

Spesso ci sono autori e intellettuali che sono stati restituiti dalla storia o “semplicemente” dalle pagine scolastiche soffermandosi su un unico punto (nel caso di d’Annunzio associandolo soprattutto a Mussolini), “D’Annunzio Segreto” vuole far conoscere quest’uomo e artista sotto molteplici aspetti, tra contraddizioni, debolezze e punti di forza, facendoci ri-apprezzare la poesia (e non vi sveliamo la conclusione).

__cover_rg__silvio.inddNell’ottica di andare oltre la superficie, ai ragazzi sotto i 26 anni, a fine spettacolo sarà dato in dono il fumetto Gabriele D’Annunzio tra amori e battaglie, che racconta le vicissitudini della vita amorosa del Vate, il suo spirito da combattente e la passione per la politica, passando attraverso la delusione e il ritiro nel Vittoriale, dove morì nel 1938» (dalla nota ufficiale). Un modo originale per riattraversare la sua storia attraverso le vignette di Marco Sciame.

Il teatro si propone così come un’occasione per conoscere più a fondo una figura controversa ed enigmatica del Novecento, precorritrice anche dei nostri tempi. Oggi esistono i tweet, d’Annunzio ci ha lasciato frasi come «Vivere ardendo e non bruciarsi mai» e poesie da riscoprire, al di là dei banchi di scuola.

«Del resto soltanto l’arte e la poesia sono immortali e il Vate ci ha lasciato delle pagine indimenticabili di grande letteratura». Rilanciando queste parole di Labini, non resta che ritrovarsi in teatro per una pièce che, anche con toni ironici – nei giusti momenti – si propone di ridargli dignità e parola (la drammaturgia ha attinto a molte sue parole).
 
Gli appuntamenti della settimana dannunziana a cui tutti sono invitati a partecipare:

Giovedì 1 febbraio, h 17,45: nuovo appuntamento del Manzoni Cultura, dove Labini intervisterà il presidente del Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri.

Martedì 6 febbraio h 17: raccogliendo lo spirito rivoluzionario del poeta, sarà presentato il network culturale, che vuole essere un movimento #CulturaIdentità.

– Nel corso della settimana, la Mondadori offrirà degli sconti sulle opere di d’Annunzio, così come, viceversa, è previsto una riduzione per chi vorrà vedere lo spettacolo.