Quei paesaggi dell’anima di Angela Velleca, così espressionisti e malinconici

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Senza titolo, tecnica mista, 2016
Senza titolo olio su tela 2014
Senza titolo olio su tela 2014

Non facile indagare la poetica della giovane artista napoletana Angela Velleca. Si tratta di un linguaggio variegato, il quale non si presta a facili letture, anche perché queste cambiano a seconda delle opere che si prendono in considerazione. La pittrice dà sempre rilievo alla figura umana, mettendone in luce il lato più intimo, a volte anche doloroso. La Velleca infatti rappresenta di sovente ciò che riguarda lo spavento e l’orrore, esprimendo attraverso i volti dei suoi soggetti un’emozione scaturita da chissà quale visione – esteriore o interiore che sia. Fatto sta che i suoi protagonisti si caricano di una forte carica espressionista, mettendoci in contatto con un tormento al quale siamo chiamati a partecipare. L’artista non nega il suo legame con Francis Bacon, in realtà più tacito e spirituale piuttosto che pratico, la cui potente energia, che porta con sé una deformazione della figura, si fa chiara davanti ai nostri occhi. L’autrice però trova un suo segno, meno estetizzante e più intimo, dove il mutamento avviene più interiormente che esteriormente, proprio perché per lei ciò che conta è quello che siamo nel profondo e non nella nostra esteriorità.

Delirio di una memoria flebile.2012.olio su tela.100x70
Delirio di una memoria flebile.2012.olio su tela.100×70

Prendiamo quindi questa serie di volti dipinti da Angela Velleca, tutti diversi, ma accomunati da uno stile similare, con uomini e donne, presentati con una forte tinta azzurra, la quale entra in antitesi con la cromia rossa scura delle labbra, che gridano il proprio dolore, la propria sofferenza che la società costringe a nascondere giorno dopo giorno, quando invece essa è profondamente presente nell’intimo, danneggiando il nostro spirito, in conflitto con una realtà che non sempre viene accettata. Sarà forse un caso che questi ritratti siano contraddistinti da un colore così spirituale e mistico? Forse no, proprio perché l’intenzione dell’artista non è quello di mostrare l’apparenza, ma la sostanza. Questa vena astratta si ripercuote anche in altri lavori, che prendono spesso in esame soggetti femminili, dipinti nella solitudine e a volte in trasformazione. Sono corpi nudi, esiliati dal mondo, i quali assumono così le sembianze di alberi, esprimendo un malinconico desiderio di isolamento, reso ancora più intenso dai colori utilizzati, di solito bianco e nero con l’inserimento di altre cromie quando ritenuto funzionale al dipinto.

Senza titolo, tecnica mista, 2016
Senza titolo, tecnica mista, 2016

Angela Velleca ci parla allora della natura umana, ma non lo fa dall’esterno, ma dall’interno, raccontandoci il lato più intimo, attraverso poesia e malinconia.