Come diceva Seneca, la solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo. Ed è proprio questo tormentato sentimento ad aver alimentato l’opera di Nicholas Viviani. Il suo ultimo progetto si chiama infatti Alone ed è un ritratto intimo e profondo dell’animo umano. Si tratta di una serie di scatti in bianco e nero, caratterizzati da una granulosità talmente accentuata da suscitare non solo mistero, ma spesso inquietudine. Al centro della scena l’uomo, che, come in un’immagine onirica, pare perso al centro di un viottolo cittadino o nel bel mezzo della laguna veneziana. Ma non è mai un volto riconoscibile. È una sagoma nella quale identificare se stessi e le proprie emozioni. Con questo espediente Viviani non solo rievoca un passato fatto di ricordi ma, al tempo stesso, esalta la solitudine dell’individuo nella realtà contemporanea.
«La fotografia è per me il modo più semplice di urlare, sollevare problemi e raccontare pezzi della mia vita», racconta l’artista. Ed è proprio grazie ai suoi scatti che lo scorso dicembre ha ricevuto il Premio delle Arti Premio della Cultura. Il riconoscimento internazionale gli è stato conferito, oltre che per la serie Alone, per Back to Colour, progetti nati da una riflessione sulla condizione dell’uomo moderno. Prodotti in pochissimi esemplari, i suoi scatti sono tutti stampati in fine art, utilizzando carte tedesche ed inchiostri a pigmenti.
Viviani ha un’esposizione permanente alle Officine Riunite Milanesi, locale divenuto ormai punto di ritrovo di grandi artisti, e sarà presto a Parigi, all’Art Shopping Carrousel do Louvre, una delle più importanti fiere del mondo.