Siamo nel cuore della Sardegna. Qui nel fondovalle del fiume Flumini Mannu sorge il comune di Las Plassas (provincia del Medio Campidano), ai piedi del colle omonimo che custodisce i ruderi dell’antico castello di Marmilla. Qui tutto sembra essersi magicamente fermato in un’epoca remota. Ed è proprio in questo luogo incantato che nel 2013 è stata realizzata una singolare macchina del tempo: si chiama MudA, il Museo Multimediale del Regno d’Arborea, un piccolo gioiello che attraverso l’utilizzo di varie tecnologie (audioguide, app e touch vari) conduce il visitatore alla scoperta della vita giudicale sarda.
Questo moderno presidio culturale, lo scorso 25 novembre, nella straordinaria cornice della Sacrestia del Bramante, annessa alla Basilica di Santa Maria delle Grazie di Milano si è conquistato nientemeno che il Premio Italia Medievale edizione 2017 come museo multimediale sul Medioevo più votato in Italia.
Il percorso proposto dal MudA non è altro che un viaggio immersivo e multisensoriale negli aspetti della vita quotidiana del castello del paese. Una proposta che esce da quegli stretti confini della comunicazione specialistica rivolta a storici ed esperti per rivolgersi soprattutto al grande pubblico.
I reperti più significativi (un’epigrafe, un concio figurato, ceramiche locali, italiche e iberiche, oggetti da gioco in osso e oggetti in metallo, da guerra o da costruzione) sono raccontati in prima persona attraverso un’audioguida interattiva e contenuti in appositi espositori cilindrici trasparenti (ma è possibile anche l’esperienza tattile su fedeli riproduzioni degli oggetti) all’interno dei quali appaiono come per magia video in loop che raccontano fabbricazione, utilizzo e ritrovamento degli stessi.
C’è anche una fiction che narra l’arrivo del re Mariano IV sovrano di Arborèa a Las Plassas, tra banchetti e tradizioni varie. Si passa poi ai ruderi del castello esplorabile anche grazie a una ricostruzione 3D nelle sue forme originarie. E non manca nemmeno la musica: un cantastorie con l’ausilio di divertenti vignette canta la vita dei dieci personaggi principali. Il visitatore si trova così a vivere un’esperienza percettiva a 360 gradi.
Tuttavia, come ci dice il direttore Giovanni Serreli, c’è ancora quale ostacolo da superare: «un limite importante è rappresentato dal fatto che nessuno, finora, ha creato le condizioni perché si facesse rete e sinergia fra le proposte culturali del territorio, magari correggendo le storture di vecchi sistemi assistenzialistici. Esiste un’ottima legge regionale, la n. 14 del 2006 , che però la stessa regione non applica. È paradossale, tra l’altro, che i musei che come noi hanno raggiunto standard di eccellenza internazionale e siano stati riconosciuti dalla stessa RAS [regione Autonoma della Sardegna ndr], non abbiano alcun finanziamento, mentre musei storici usufruiscano di forti finanziamenti regionali storicizzati (17 milioni l’anno, briciole rispetto alla sanità…). Non voglio assolutamente mettere in discussione i finanziamenti alle vecchie cooperative che gestiscono (anche se talvolta questo diventa assistenzialismo che non fa tendere al miglioramento), ma certo è un paradosso che i musei (5) riconosciuti dalla stessa RAS non abbiano alcuna premialità, almeno in fatto di promozione».
Un museo quindi ancora da valorizzare, come accade spesso in Italia, ma sicuramente unico per location e vestigia. Un viaggio tra realtà e fantasia, passato e futuro. Entrambi da scoprire.