La passione del Vate per la farmacia

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Gabriele_D_Annunzio_2Per Ippocrate, la guarigione “è legata al tempo e a volte anche alle circostanze”. Il medico greco scrive nel IV secolo a.C.: i farmaci per fortuna oggi vincono tempo e malanni. Ma le circostanze sono le stesse, perché ne fa parte il nostro atteggiamento. La paura trasforma il sano nel Malato immaginario: i medici sono il primo bersaglio della satira di Molière. Li temeva: soffrendo di tubercolosi, probabilmente non sopportava più di vederli. In patria abbiamo invece un edonista previdente, Gabriele D’Annunzio aveva un buon rapporto con la medicina: nello scaffale della Zambracca, alle spalle della sua scrivania, teneva a portata di mano molti farmaci. Non si sa mai che cosa possa accadere nella vita. Soprattutto a un infedele come lui: scampato ai cieli di Vienna per tornare quasi orbo da un occhio, se la vide peggio a casa nel celebre Volo dell’Arcangelo perché la fidanzata pianista, Luisa Baccarà, gelosa per le avance alla sorella, lo gettò giù dalla finestra. Il Vate se la cavò con un trauma cranico. È bene non arrivare a tanto per curarsi. E se forse è eccessivo tenere uno stipo pieno di farmaci, prenderli alla bisogna è necessario. Sarà anche banale, ma è sempre meglio prevenire che curare. 

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1 commento

  1. Buongiorno, ho notato un errore nel suo scritto.
    Perse l’occhio nel gennaio 1916 durante un ammaraggio, il raid su Vienna è dell’Agosto 1918

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