Nel 1926 il pittore ed aviatore futurista Fedele Azari esponeva alla XV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia il dipinto Prospettive di Volo, la prima opera di aeropittura. Nel 1929 Marinetti firmava con Balla, Benedetto, Depero, Dottori, Fillia ed altri il Manifesto dell’aeropittura. Era l’affermazione teorica di una nuova declinazione del futurismo, dopo il Manifesto Futurista del 1909.
I pittori non si accontentavano più del movimento sulla terra, ma volevano scalare i cieli. L’idea di una sfida al cielo c’era stata sin dall’inizio nel gruppo, affermava Marinetti. Ma a farla maturare in quel ventennio, 1909-1929, erano stati i progressi dell’aviazione, dai primi voli acrobatici ai giri intorno al mondo, esaltati da libri, giornali, manifesti. Dal romanzo Le monoplan du Pape pubblicato a Parigi da Marinetti nel 1912 al Primo dizionario aereo italiano dello stesso Marinetti e Azari, edito da Mondadori nel 1929.
Il volo esaltava. Dava nuove emozioni e prospettive inedite. Si potevano osservare terra e cielo attraverso insolite atmosfere pittoriche. “Vedo nell’aeropittura il mezzo per superare le frontiere della realtà terrestre” e sfidare “le forze occulte dell’idealismo cosmico” sosteneva Enrico Prampolini nel 1932.
A questo straordinario movimento è dedicata la mostra “Aeropittura. La seduzione del volo”, aperta ai Musei Civici agli Eremitani di Padova sino al 30 luglio, a cura di Claudio Rebeschini (catalogo Skira). Una sessantina di dipinti, provenienti da collezioni private, illustrano le immagini aeree dipinte dagli aeropittori dopo l’esperienza diretta del volo. C’era chi utilizzava l’aeroplano per rappresentare il cosmo, chi invece rimaneva legato a visioni terrene viste dall’alto, chi invece rappresentava le guerre nei cieli. Tutti utilizzavano colori forti per evidenziare meglio le linee di forza, la velocità del movimento, la frantumazione dei piani e la simultaneità delle visioni. Così Guglielmo Simoni (Tato) dipinge nel 1933 un aereo che vola vorticoso verso l’alto dal titolo Me ne frego vado in su, Giulio D’Anna una sarabanda geometrica di aeroplani nel cielo, Alfredo Gauro Ambrosi, la città sghimbescia vista da un pilota in Volo su Vienna 1935, Nello Voltolina una donna che si eccita sognando il volo (Seduzione aerea, 1933), e Tullio Crali una serie di acrobazie cromatiche al limite dell’astratto.