Se il kebab sostituirà il panettone

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16533331_MGTHUMB-INTERNAChe a Milano il magico profumo del panettone stia lasciando il posto al nauseabondo olezzo del grasso che cola dal cilindrone di carne anonima e senza estratto dell’atto di nascita – il chebab – è un dato di fatto. Lo è anche scendere da un treno, magari anche pagato caro, e trovarsi immerso in una sorta di suc multietnico di mille colori meno quello, pallido e arrossato dal freddo, autoctono. Lo è trovarsi per caso in alcuni quartieri, ormai ghetti, in cui non si sente una parola italiana che sia una, mentre capita sempre più spesso di subire la voce beduina gracchiante del muezzin.

Il tutto mentre negli appartamenti di metà degli italiani si tace il disagio, per non sembrare razzisti. Mentre l’altra metà s’è rotta i maroni di vederli spadroneggiare, i nuovi Signori della Città, che di Milano stanno facendo scempio, e smadonna dal balcone.

Clandestini, rom e chi più ne ha, più ne metta, vivono, delinquono e, come no, defecano tranquilli per le belle strade milanesi, impuniti e impunibili.

Per farli sentire ancor meglio a casa loro, qualcuno ha pensato bene di seminare datteri anche a Piazza Duomo. E, tiè!, dalla sera alla mattina, il genio della lampada di aladino ha innalzato palme ai piedi della Santa Vergine. Un obbrobrio? Forse di più. Un attentato all’Identità di un Popolo. Un altro sintomo dipalme-piazza-duomo.scale-to-max-width.825x genocidio, che si somma ai chebab, ai falsi cachemire indonesiani, ai mille e mille ristosushi giapponesi gestiti dai cinesi, agli ettolitri di urina schizzati su tutti i muri milanesi, alle bravate di chi ti entra in casa per derubarti e manco potresti spezzargli un braccino…

Qualcuno, nella notte, ha dato pure fuoco, alle palme. Innocenti vittime di uno strazio senza fine che la malapolitica  e il malaffare battezzato e benedetto dalla UE stanno facendo montare fino a quando qualcuno, magari un romantico, non griderà fra i piccioni Aux armes, citoyens!

E sarà la rivoluzione delle palme. Quelle che sono partite dal luogo giusto, ma arrivate al posto sbagliato. Perché al Duomo, italiani e turisti, le provocazioni, non le accettano e le mandano al mittente. Perché si parte da Caltanissetta o da Boston per trovarci i piccioni, su quella piazza, non certamente le palme di Casablanca. Perché non è vero che global sia bello. Ditelo a Sala.